24 dicembre 2013

24 maggio: memoria mensile di Maria Ausiliatrice- omelia di d. Italo Spagnolo, sdb



23 maggio 2013
(Novena a M.Ausiliatrice)

Omelia di d. Italo SPAGNOLO, Ispettoria West Africa: Nigeria-Ghana


AFFIDIAMOCI A MARIA AUSILIATRICE



Carissimi fratelli e sorelle,

AFFIDIAMOCI A MARIA AUSILIATRICE!

Disponiamo i nostri cuori a fare o a rinnovare il nostro AFFIDAMENTO a Maria Ausiliatrice.



"Affidarsi" 
porta con sè
il significato di 
mettere totalmente 
la nostra fiducia 
in qualcuno.

"Buttarsi tra le braccia".
Fa parte dell'esperienza umana comune e universale l'atteggiamento del bambino che trova sicurezza e rifugio nel momento del pericolo, conforto nelle prime difficoltà della vita tra le braccia accoglienti della madre. 
Il rapporto vitale della gestazione si continua in questo meraviglioso rapporto esistenziale, importantissimo per una crescita serena. L'assenza della madre durante l'infanzia è all'origine di molte problematiche nell'età adulta. 
Durante la crescita l'amore si consolida, la figura materna cambia di ruolo, ma l'affetto, le relazioni non vengono meno, anzi...

Nell'ambito della fede si verifica un processo analogo.
Dice Gesù: "In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli".(Mt 18,3)

La cosidetta "infanzia spirituale" ripete nel cammino dello spirito il processo naturale nei confronti di quella Madre, che, diventata la Madre del Figlio di Dio da Lui stesso ci è stata donata al termine della vita, come suo ultimo grandissimo dono.
Sotto la croce, assistiamo ad un dialogo toccante tra Gesù, sua madre e Giovanni, nel quale Gesù dice a Maria: "Ecco tuo Figlio", e a Giovanni: "Ecco tua madre".
Queste parole di Gesù sono anzitutto un atto molto umano. 
Vediamo Gesù come vero uomo che fa un atto da uomo, un atto di amore per la madre e affida la madre al giovane Giovanni perché sia sicura. 
Una donna sola, in Oriente, in quel tempo, era in una situazione impossibile. 
Affida la mamma a questo giovane e al giovane dà la mamma; quindi Gesù realmente agisce da uomo con un sentimento profondamente umano.
Ma questo attua diverse dimensioni: non riguarda solo questo momento, ma concerne tutta la storia. 
In Giovanni Gesù affida tutti noi, tutta la Chiesa, tutti i discepoli futuri, alla Madre e la Madre a noi. 
E questo si è realizzato nel corso della storia: sempre più l'umanità e i cristiani hanno capito che la madre di Gesù è la loro madre. 
E sempre più si sono "affidati" alla Madre: pensiamo ai grandi santuari, pensiamo alla devozione per Maria, dove sempre più la gente sente che "Maria è nostra Madre". 
Questa è la fede della Chiesa. 

Non possiamo essere cristiani da soli. 
La Madre è anche immagine della Chiesa, della Madre Chiesa, e affidandoci a Maria dobbiamo anche affidarci alla Chiesa, vivere la Chiesa, essere la Chiesa con Maria. 
I Papi - sia Pio XII, sia Paolo VI, sia Giovanni Paolo II - hanno fatto un grande atto di "affidamento" alla Madonna, a nome della Chiesa, di cui noi siamo parte viva. Adesso, in occasione della festa di Maria Ausiliatrice, è importante per noi, per ciascuno di noi, rinnovarlo, interiorizzarlo, lasciarci penetrare, realizzarlo in noi stessi. 

"Affidarsi a Maria" è trovare aiuto e protezione nei pericoli e nelle necessità della vita e della fede (cf. LG 66).
Proprio il titolo di "Ausiliatrice" esprime la consapevolezza che i credenti hanno nutrito fin dalle origini che Maria sia una madre molto tenera e molto energica. 
Fra le più antiche preghiere dedicate alla Vergine vi è il noto Sub tuum presidium (III secolo), che don Bosco faceva pregare comunemente, riferendola all'Ausiliatrice:"Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine, gloriosa e benedetta". 

L'Ausiliatrice è riconosciuta dalla Chiesa come la Madonna dei tempi difficili, i tempi in cui la Chiesa è attaccata come tale, in cui i cristiani sono perseguitati perché cristiani, perché parlano con franchezza di Dio, perché testimoniano che Gesù è il Signore, perché contestano le idee correnti diventando un segno di contraddizione.

Don Bosco aveva compreso già ai suoi tempi ciò che oggi vediamo con più chiarezza, e cioè che le forze del male, attraverso la diffusione di opinioni erronee e di pratiche irreligiose, soprattutto attraverso le dittature prima del razionalismo e ora del relativismo, stanno sferrando un attacco diretto e inedito alla Chiesa e ai capisaldi della fede. Tentano di sradicare il cristianesimo con una violenza devastatrice sul piano legislativo, educativo e del costume. 
E spesso, di fronte a questi attacchi, noi credenti ci troviamo indifesi, talvolta confusi e scoraggiati, impotenti.
Ci è chiesto di credere fermamente alla presenza e al soccorso dell'Ausiliatrice!...Di pregarla.
....Di pregarLa con fede, con piena fiducia, come è ben espresso nelle orazioni della liturgia dell'Ausiliatrice: "Dio, che in Maria, Madre del tuo Figlio, hai posto il segno della nostra difesa e del nostro aiuto, concedi al popolo cristiano di vivere sempre sotto la sua protezione e di godere di una pace indefettibile. 
Fa' o Signore che la tua Chiesa abbia sempre la forza di superare con la pazienza e vincere con l'amore tutte le prove interne ed esterne, perché possa svelare al mondo il mistero di Cristo".

Praticare l'AFFIDAMENTO 
significa imparare
la difficile arte di mettere 
sul cuore della Madonna 
tutto ciò che ci preoccupa e affligge.

Scrive un autore spirituale: "Coloro che si affidano a Maria non camminano da soli lungo le strade impervie della vita. 
La Madre ci accompagna tenendoci per mano. 
I nostri problemi, le nostre angosce, le nostre difficoltà e le nostre paure le appartengono. Purtroppo, pochi hanno questo atteggiamento di abbandono filiale e, anziché presentare alla Madre le proprie afflizioni, le trattengono, crogiolandosi fino alla disperazione. Affidiamo al suo cuore anche le preoccupazioni materiali del quotidiano, poiché la Madre di tutto si fa carico... 
Se ci si affida alla Madonna, lei ci aiuta a evitare le tentazioni, oppure ad affrontarle con risolutezza". 


Infine, l'Ausiliatrice ci aiuta ad affrontare cristianamente il momento decisivo della morte, dove il nostro bisogno di aiuto, conforto e protezione è più grande.

Non saranno state certamente inutili le tante Ave Maria da noi recitate nel santo rosario quotidiano: "Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e "nell'ora della nostra morte".

Con fede continuiamo a pregare la "Salve Regina": "Rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi e mostraci dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del tuo grembo, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria".

Maria, aiuto del Cristiani, 
prega per noi. 

Amen.


8 dicembre 2013

SOLENNITA' DELL'IMMACOLATA -il cerchio mariano-


La solennità dell'Immacolata rappresenta, per la Famiglia Salesiana, una data molto importante.
Non è soltanto la festa di Maria. E' anche...il compleanno dell'oratorio!

Nel 1841 don Bosco incontra il primo oratoriano: Bartolomeo Garelli, un ragazzo di 16 anni, orfano di padre e di madre, che si guadagna da vivere come muratore.
Intrufolatosi in sacrestia, il giovane viene "bistrattato" dal sacrestano; don Bosco invece lo difende, facendone un suo "amico".
E da questa amicizia nasce l'oratorio, che prende avvio con una AVE MARIA recitata assieme dal santo dei giovani e da questo ragazzo che non sa né leggere, né scrivere, ma sa fischiare!

Quadro che raffigura l'incontro di don Bosco con Bartolomeo Garelli
Torino, Sacrestia della Basilica di Maria Ausiliatrice

E' tradizione, nella Famiglia Salesiana, che proprio in memoria di quell'incontro, ogni anno, l'8 dicembre, a mezzogiorno, si reciti un'Ave Maria, radunandosi in cerchio. Da qui il nome di "cerchio mariano".
Ci si "unisce" fra i presenti, unendosi in preghiera alla Famiglia Salesiana di tutto il mondo.

A me piace pensare che domani, come ogni 8 dicembre, anche don Bosco, Garelli e tutti i salesiani che ci precedono in Paradiso, si uniscano in coro a lodare Maria Immacolata con una bella AVE MARIA!

Buona festa a tutti!


29 novembre 2013

"Mater mea, fiducia mea": pensieri di don Bosco su Maria Ausiliatrice



Prende oggi il via una rubrica del blog dedicata ai pensieri di don Bosco su Maria Ausiliatrice.
Un filo rosso li accomunerà tutti: l'illimitata fiducia del santo torinere in Colei che è Onnipotente per Grazia!

Un grazie di tutto cuore ad un caro amico salesiano che mi ha dato uno spunto di riflessione per il titolo di questo spazio...





"In Maria ho riposto tutta la mia fiducia.

 La Madonna non lascia mai le cose a metà".

"Mater mea, fiducia mea": pensieri di don Bosco su Maria Ausiliatrice





"Io vi raccomando di invocare sempre il nome di Maria,

 specialmente con questa giaculatoria:

Maria Ausiliatrice dei Cristiani, prega per noi. 



É una preghiera non tanto lunga, ma che si esperimentò molto efficace".

24 novembre 2013

OMELIA DEL RETTOR MAGGIORE, DON PASCUAL CHAVEZ - 24 maggio 2008


24 maggio 2008 
SOLENNITÀ DI MARIA AUSILIATRICE
(Apoc. 12; Gal. 4, 4-7; Gv. 19, 25-27 )

Omelia del Rettor Maggiore, don Pascual Chavez


"Ecco il tuo figlio! Ecco la tua madre!"

 

Carissimi Fratelli e Sorelle,
 
è una grande gioia trovarci riuniti qui, nella Chiesa Madre della Congregazione a celebrare con la Famiglia Salesiana e con il Popolo di Dio, la Solennità di Maria Ausiliatrice.

Da questo luogo privilegiato, dalla Casa della Madonna di Don Bosco, da dove è uscita la sua Gloria, oggi ci sentiamo particolarmente Chiesa, uniti al Santo Padre e ai cristiani di tutto il mondo che pregano per la Cina.
 
Nella lettera rivolta alla Famiglia Salesiana, all'inizio della novena di preparazione della Festa di Maria Ausiliatrice scrivevo: "Il nostro tempo ci appare complesso e difficile, pieno di sofferenza. 
Come non ricordare qui oggi l'immane dolore, devastazione e morte provocata dal Ciclone Nargis o dal terremoto che hanno colpito il Myanmar o la regione di Sichuan nella Cina, senza contare le vittime delle guerre in corso e della violenza della storia. 
Ma quando mai i tempi sono stati facili? 
Possiamo dire piuttosto che i tempi difficili sono i tempi di Maria, donna forte, dalla fede temprata, madre sollecita e guida coraggiosa.

L'aveva intuito Don Bosco quando, in tempi calamitosi e irti di ostacoli per la Chiesa, aveva proposto la devozione all' Auxilium Christianorum quale ancora di salvezza per i credenti e fonte di vita spirituale per i suoi giovani, per i loro educatori ed educatrici. 

Ce lo ricorda oggi, con felice intuizione, il S. Padre Benedetto XVI che addita la Vergine Ausiliatrice quale madre da invocare perché la Chiesa cinese possa superare le sfide impegnative che si trova ad affrontare: riconciliazione ed unione in seno ad una comunità divisa, il superamento di umilianti controlli da parte del governo e la concessione di una vera libertà di religione
Il Papa chiede ai cattolici cinesi di affidarsi proprio a Lei, l' Ausiliatrice venerata presso il santuario di Sheshan, vicino a Shanghai, ed invita i cattolici di tutto il mondo a unirsi il 24 maggio di ogni anno in una giornata di preghiera per la Chiesa in Cina.
"Desidero - ha scritto il Papa - che quella data sia per voi una giornata di preghiera per la Chiesa in Cina. 
Vi esorto a celebrarla rinnovando la vostra comunione di fede in Gesù Nostro Signore e di fedeltà al Papa, pregando affinché l'unità tra di voi sia sempre più profonda e visibile"

Forse quello che non tutti sanno è che "il Santuario di Sheshan è vicino al cuore della Famiglia Salesiana. 
La devozione a Maria Ausiliatrice vi crebbe, si può dire, contemporaneamente agli sviluppi della stessa devozione a Valdocco. 
E' del 1 marzo 1868 l'inaugurazione della prima modesta chiesetta-oratorio in cima alla collina di Sheshan, proprio quando Don Bosco annunciava per il 9 giugno seguente l'inaugurazione del tempio da lui eretto in Torino.
E mentre i cronisti di Valdocco segnalavano un crescente numero di grazie ottenute per intercessione di Maria Ausiliatrice, anche a Sheshan iniziava un movimento di pellegrinaggio popolare nel mese di maggio, e in particolare il giorno 24, che negli anni seguenti avrebbe attirato fino a 10.000-15.000 fedeli. 

Anche i fedeli cinesi potevano godere della potente intercessione della Vergine Ausiliatrice fin dalle loro prime manifestazioni di fede e venerazione presso il santuarietto a Lei dedicato, come notava lo stesso Don Bosco quando si riferiva a grazie ivi ottenute nel maggio1869:
"Il nome di Maria Ausiliatrice risuona ormai glorioso sino nei più lontani paesi. 
La Cina e' uno di questi. 
Pare veramente che Iddio voglia tirare a se' il mondo intero per mezzo dei prodigi operati in favore degli infedeli ad intercessione della sua divina Madre..." .

Con la stessa fede con cui Don Bosco attribuiva tutto a Maria Ausiliatrice, e raccogliendo l'umile constatazione di Don Luigi Versiglia che ricordava ai suoi missionari che "senza Maria Ausiliatrice noi Salesiani siamo nulla", qui, nella sua Casa affidiamo a Lei questa terra sognata e bramata dal nostro Padre.
Proprio sei anni fa mi ero recato, per prima volta, in veste di Successore di Don Bosco, per consegnare a Maria tutti i confratelli, i membri della Famiglia Salesiana, gli amici di Don Bosco e i giovani che il Signore mi aveva affidato. 
Sei anni dopo torno, questa volta accompagnato da tutto il mio Consiglio, per porre nelle mani e nel cuore di Maria questo nuovo sessennio dopo il Capitolo Generale 26, che ci porterà con il cuore infiammato dalla passione del "Da mihi animas, cetera tolle" alla celebrazione del bicentenario della nascita del nostro amato Fondatore e Padre.
Da parte sua, la Madre Antonia Colombo e il suo Consiglio sono venute a rendere lode e grazie al Signore per la presenza materna di Maria Ausiliatrice sin dall'inizio della vita dell'Istituto e di modo particolare in questo sessennio loro che sta per concludere. 
Tra le tante grazie, la Madre ha avuto di recente, nel mese di aprile, la gioia immensa di accogliere nell'Istituto le Figlie di Don Bosco, dopo un lungo percorso di preparazione. 
A tutto ciò si aggiunge il desiderio della Madre e il suo Consiglio di affidare alla Madonna il loro Capitolo Generale, che avrà come tema l'esperienza, l'espressione e le frontiere dell'Amore preveniente di Dio.
Quest'anno inoltre, in linea con la strenna del 2008, sentiamo il bisogno di invocare la presenza educativa di Maria nelle famiglie e nella vita di tanti giovani il cui comportamento smarrito, confuso e violento sta provocando tanta sofferenza e preoccupazione, descritta dal Santo Padre come "emergenza educativa".  
Non c'è dubbio che il degrado ambientale, personale, sociale, culturale e religioso ci rende bisognosi della presenza materna di Maria.

Come al solito, la Parola di Dio che abbiamo appena ascoltato mentre proclama quanto è grande, profonda e decisiva la presenza di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa illumina e progetta la nostra vita personale, sociale e istituzionale.

Nella prima lettura abbiamo sentito l'Apostolo: "Quando venne la pienezza del tempo Dio mandò il suo Figlio, nato da donna …" (Gal. 4, 4). 
L'incarnazione di Gesù nel grembo di Maria segna la "pienezza del tempo", il punto culminante della salvezza. 
Di questa salvezza Maria è, insieme con Gesù, primizia e prima collaboratrice. 
La pienezza dei tempi non sta ad indicare il grado di maturazione umana o spirituale della umanità e neppure il limite della sua decadenza, ma semplicemente il volere di Dio. 
Oggi la nostra situazione non è tanto diversa di quella di 2000 anni fa, e oggi come ieri Dio continua ad amare il mondo ed inviare il suo figlio, che ha bisogno però di persone che come Maria lo accolgano, lo incarnino e lo diano all'umanità. 
Il nostro Dio non ha perso la voglia di salvare, ma necessita di collaboratori che lo rendano presente, vicino, umano, salvatore.
In questo delicato compito non siamo soli. 
Abbiamo la madre e la maestra. 
In effetti, dall'alto della croce scendono le parole di Gesù: "Ecco il tuo figlio! Ecco la tua madre!" (Gv. 19, 26-27). 
La Chiesa nasce dal sacrificio di Cristo e subito riceve colei che l'accompagna lungo il suo cammino tra gli uomini. 
Maria sarà Madre e Maestra, e Ausiliatrice della Chiesa fino alla fine della storia.
E' una storia dove le forze del bene e del male si affrontano in aspro combattimento, come lo descrive con forza d'immagini il brano dell'Apocalisse. 
La presenza della "donna vestita di sole" (Apc. 12, 1) è segno e garanzia di vittoria per "quelli che osservano i comandamenti e sono in possesso della testimonianza di Gesù" (Apc. 12, 17).
Questa è stata l'esperienza vitale e la convinzione di fede del nostro padre Don Bosco. 
Nel 1871, durante gli Esercizi Spirituali a Lanzo, don Bosco dice ai suoi: "Solo in cielo potremo, stupefatti, conoscere ciò che ha fatto Maria Santissima per noi…, e la ringrazieremo per tutti i secoli eterni".  
Sono parole sue, che esprimono bene lo spazio, veramente straordinario, che Maria ha occupato nella storia della umanità, nella vita della Chiesa e non di meno nella vicenda della Famiglia Salesiana.

Don Bosco è un prete, un educatore, nella vita del quale, molto presto e con continuità, Maria ha fatto irruzione concretamente e carismaticamente. 
Ed egli, meditando nel suo cuore gli avvenimenti mariani capitati nella propria vita, si radicherà nella persuasione che Maria è una persona viva, vicina, che riempie la storia della Chiesa con la sua presenza e la sua opera.
La Madonna va così acquistando, sempre più chiaramente, agli occhi di don Bosco, i suoi tratti definitivi, quelli dell'Ausiliatrice, e lo conduce a crescere in un fortissimo senso della Chiesa.

Basti ricordare che nel decennio 1865-75 la Congregazione salesiana viene approvata, l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice è fondato. 
 Poi verrà l'inizio della avventura missionaria, l'ingresso delle Congregazioni salesiane in altri paesi d'Europa, l'organizzazione dei Cooperatori. 
Maria Ausiliatrice presiede a questa espansione mondiale, facendone comprendere il significato ecclesiale: la Famiglia Salesiana viene inserita nella missione della Chiesa universale e appare così nella sua vera identità.
Di questa forte sensibilità ecclesiale, maturata dal nostro padre don Bosco sotto la guida dell'Ausiliatrice, desidero ricordare due manifestazioni che la evidenziano con chiarezza e divengono orientamento per noi. 
Mi riferisco al quadro che possiamo contemplare sopra la porta di entrata, a sinistra, che rappresenta el sogno delle due colonne. Vi si trova tutta l'ecclesiologia e la mariologia di Don Bosco.
Nel sogno delle due colonne, la grande nave, che ha per timoniere il Papa, solca il mare in tempesta, è assalita e combattuta, ma giunge ad attraccarsi tra le due altissime colonne sulle quali stanno rispettivamente l'ostia eucaristica e la statua dell'Immacolata con la scritta "Aiuto dei cristiani". Subito cessano gli attacchi e si fa una grande bonaccia.
La nave è - fin dagli inizi del cristianesimo - immagine della Chiesa. 
 Ebbene, non c'è dubbio: per don Bosco, l'Eucaristia e Maria Ausiliatrice sono le due grandi devozioni che sostengono la Chiesa nella sua missione e la difendono dai pericoli. 
Quante volte egli ha raccomandato ai suoi giovani e ai Salesiani queste due devozioni insieme. 

A d. Cagliero, appena partito per l'Argentina con i primi missionari, don Bosco scriveva: "Fate quello che potete: Dio farà quello che non possiamo fare noi. Confidate ogni cosa in Gesù Cristo sacramentato e in Maria Ausiliatrice e vedrete che cosa sono i miracoli".

Anche questo sogno ha una valenza ecclesiale di perenne attualità. 
 In successione, Cristo Risorto, presente nell'Eucaristia, Maria assunta nella Gloria e a Lui associata nell'opera della salvezza, e il Papa pastore e centro visibile di unità nella fede, sono gli intramontabili punti di riferimento per la Chiesa di tutti i tempi. 
Lo sono per le nostre Congregazioni, per l'intera Famiglia salesiana. 
Lo sono per tutti noi, fratelli e sorelle.  Lo sono per l'educazione dei giovani nella fede. 
Lo sono per una vita spirituale viva. 
Lo sono per l'efficacia della nuova evangelizzazione. 
Lo sono per l'autenticità del nostro senso di Chiesa, quello stesso che don Bosco ci ha lasciato in eredità e che si misura, prima di tutto, su questi punti di riferimento.

Carissimi fratelli e sorelle, concludo ringraziando la vostra presenza. Forti della presenza del Risorto, e del suo Spirito, accompagnati da Maria Madre e Ausiliatrice della Chiesa, rinnoviamo il nostro impegno a lavorare per l'educazione dei giovani con quell'umile e tenace speranza che fu del nostro padre don Bosco.

Vi invito ora a fare nostra la preghiera per la realizzazione del sogno del nostro caro Padre sulla presenza salesiana in Cina:
PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
Vergine santa, Ausiliatrice,
Madre di Cristo, Patrona e Avvocata della Cina,
intercedi per la Chiesa, per il Popolo e la Gioventù Cinese
alla tua cura materna affidati.
Infondi in tutti
il desiderio di conoscere il disegno di amore del Padre,
il coraggio di accogliere il Vangelo di Cristo,
la volontà di crescere nello Spirito Santo.

Allontana dai tuoi figli ogni tipo di male.
Difendili dai pericoli del materialismo
e dell'indifferenza religiosa.
Suscita tra di essi vocazioni sante,
fedeli al servizio del Regno di Dio.
Anche a noi, che attendiamo con fiducia
i miracoli previsti dal nostro padre Don Bosco,
dona la stessa sua fede,
la sua passione e la sua sete per le anime;
rendici fedeli al nostro carisma
e all'opzione in favore della gioventù povera e abbandonata.

Dacci il coraggio di sognare,
audacia nell'intraprendere,
saggezza nell'agire con amore,
perseveranza nel donarci totalmente alla missione,
e una purezza di vita che rispecchi la tua.
Tu, che a Cana affrettasti il tempo del tuo Figlio,
esercita con premura la tua materna intercessione
ed affretta per il tuo popolo l'aprirsi di nuovi orizzonti
di libertà, di pace e d'ascolto del tuo Figlio. Amen

                     Don Pascual Chávez Villanueva
                      Torino-Valdocco, 24 maggio 2008

21 novembre 2013

ICONOGRAFIA DELL'AUSILIATRICE IN DON BOSCO -seconda parte-



Qui è possibile lerggere la prima parte.



 Da "La Madonna di don Bosco" di Sr Paola Farioli, Fma:

http://www.libreriadelsanto.it/libri/9788801025583/la-madonna-di-don-bosco-limmagine-di-maria-ausiliatrice-della-basilica-di-torino-tra-storia.html

"Don Bosco, oltre a diverse spiritualità mariane, conobbe anche diversi modelli inocografici di Madonne Ausiliatrici prima di decidere per quello dalle caratteristiche regali.

L'opzione per il titolo fu certo fortemente influenzata dal suo primo viaggio a Roma, nel 1858, quando potè constatare più direttamente quanto la devozione all'Ausiliatrice fosse collegata alla difesa della Chiesa, del Papa e dei Cristiani.
Egli visitò diverse chiese dove questo culto era fervente, ne vide e ne verò le immagini eppure non attinse ad alcuno di quei modelli.

Oggi in alcune di queste chiese si conserva il ricordo della visita di San Giovanni Bosco, come a Santa Maria in Monticelli e a Santa MAria in Trivio.

Benché oggi la Madonna di don Bosco sia diventata il tipo più diffuso e conosciuto dell'Ausiliatrice, l'iconografia di quest'ultima nell'Ottocento non era così omogenea; ha origini molto antiche e offre all'esame alcuni tipi diversi, che nacquero appositamente per questo titolo o per titoli affini, come Madonna dell'Aiuto, del Soccorso, della Vittoria, della Guardia; Madre della Chiesa, della Provvidenza; oppure furono tratti dai mmagini precedenti alle quali, per qualche motivo o qualche grazia particolare, veniva attribuito il titolo in una delle sue forme: Auxlium, Audiutrix, Advocata Christianorum.

Questo fu il caso, ad  esempio, della Madonna di Spoleto, famosissima, al tempo di don Bosco, per il miracolo appena avvenuto.

Tradizionalmente queste immagini, e il relativo culto, sono legate a situazioni di pericolo fisico o spirituale.
Troviamo così, ad esempio, curiose immagini di Ausiliatrici col bastone nell'atto di bastonare decisamente il demonio, oppure armate di tutto punto come guerrire di eseriti umani, a segnalare la presenza di Maria Ausiliatrice ovunque vi fosse un qualche tipo di nemico.

Le Ausiliatrici romane sono molto diverse dal tipo regale a noi noto.
Si tratta di modelli di tipo materno, donne a mezzo busto, col Bambino ma senza personaggi di contorno e senza sfondo.
Sono dolci e affettuose, in atteggiamento protettivo; in alcune, ad esempio, il Piccolo si tiene stretto alla Madre, in altre c'è il gesto della donazione del Cuore.

Che don Bosco conoscesse il modello romano di Ausiliatrice amorevole o col Cuore ce lo testimonia egli stesso (nel libro "MEraviglie della Madre di Dio invocata sotto il titolo di Maria Ausiliatrice).
Egli venerò e diffuse molto di più anche il modello e la relativa spiritualità dell'Immacolata, ampiamente divulgata in tutta la Chiesa dopo la proclamazione del dogma, nel 1854.

Come la futura Ausiliatrice di don Bosco, anche l'Immacolata è una Madonna potente e vittoriosa; nell'immagine tratta dall'Apocalisse ella è coronata di stelle, con la luna sotto i pied di cui uno, esile e inesorabile, schiaccia la testa al serpente.
La natura della lotta è escatologica: la battaglia è quella della fine dei tempi, quando il Regno sarà riconsegnato al Padre e l'Agnello vi regnerà in eterno.
La Donna vestita di sole assume tutto il suo significato teologico e trascendente.

In don Bosco la scelta iconografica del'Immacolata è senz'altro legata a questo tipo di battaglia per la salvezza delle anime".

27 maggio 2013

ICONOGRAFIA DELL'AUSILIATRICE DI DON BOSCO -prima parte-



Dalla prefazione di Umberto Utro al libro "La Madonna di don Bosco":



"Auxilium Christianorum...
L'invocazione inserita fra le Litanie Lauretane all'indomani della vittoria di Lepanto, e ripresa nel titolo dell'Ausiliatrice, ben rivela il messaggio di contrasto e difesa dalle minacce rivolte al papato e, in esso, alla sicurezza stessa della Chiesa universale.

Anche san Giovanni Bosco, figlio del suo tempo -e di questa sua Chiesa- si sente investito della responsabilità di difendere dagli attacchi di una modernità allora spesso non compresa la sua piccola comunità torinese e l'integrità della fede e dell'esperienza cristiana, quale era da lui compresa.

Così, nello scegliere il titolo di Ausiliatrice per la nuova immagine della sua chiesa, egli non nasconde di aderire a quel sottostante messaggio ideologico, e di condividerne le ansie e le preoccupazioni.

Ma l'Ausiliatrice disegnata da don Bosco è diversa dalle immagini che l'hanno ispirata e preceduta.
Ella non è la guerriera armata di bastone, pronta ad abbattere i nemini; non è nemmeno la fredda e lontana regina riccamente vestita, pur serbando le insegne regali della corona e dello scettro.
Quanto in negativo quel titolo richiama è invece mutato e disciolto nel positivo allargarsi delle sue braccia e di quelle del Figlio, nel volto aperto e sereno, nel sobrio suo aspetto che ne fa una regina amica, vicina, maternamente affettuosa.

Quell'arte facile, scelta nella commissione dell'opera, che pure è stata criticata a don Bosco, si rivela non altro che una scelta precisa, che privilegiasse appunto la facilità di comprensione del messaggio d'amore ad essa sotteso, reso così capace di arrivare immediatamente al cuore dei fedeli.

Ella ci si rivela come la regina che appare quale segno grandiosi degli ultimi tempi, coronata di dodici stelle.
Mostrando il suo Figlio, quel Re il cui Regno non è di questo mondo, Maria si mostra, tuttavia, estranea alla potenza ostentata dalla regalità terrena, lei che è l'obbediente serva del Signore, come svela l'aspetto nobile e pur umile".


24 maggio 2013

SOLENNITA' DELLA B.V. MARIA AUSILIATRICE




A tutti l'augurio di una buona festa di Maria Ausiliatrice, Madre della nostra Famiglia Salesiana!




PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE  COMPOSTA DA DON BOSCO
 


O Maria, Vergine potente,
Tu grande illustre presidio della Chiesa;
Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani;
Tu terribile come esercito schierato a battaglia;

Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;
Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
difendici dal nemico e nell'ora della morte
accogli l'anima nostra in Paradiso!

Amen







Un testo di Don Juan Vecchi,ex rettor Maggiore dei Salesiani, sull'opera di don Bosco e la Vergine Maria:

Maria Ausiliatrice, Basilica del Sacro Cuore-Roma


"La salvezza, portata da Cristo, si fece tangibile nell’incontro tra Don Bosco e Bartolomeo Garelli, il giorno dell’Immacolata. 

Nella tradizione spirituale salesiana Maria è rimasta caratterizzata con due titoli: Immacolata e Ausiliatrice.
Così la invochiamo ogni giorno nella preghiera di affidamento. 
Le Costituzioni Salesiane e delle FMA fanno, di ognuno di questi titoli, un commento sostanziale, per quanto breve: Immacolata, modello della nostra consacrazione totale al Signore e del nostro desiderio di santità; Ausiliatrice, segno e ispiratrice del nostro impegno pastorale nel popolo di Dio, particolarmente tra i giovani (cf SDB C 92; FMA C 44).

I due titoli non sono stati scelti ed accostati a caso, per pura simpatia o devozione.
Riflettono la storia salesiana e sintetizzano le caratteristiche della spiritualità della nostra Famiglia.
È vero che, al di sopra delle diverse rappresentazioni, guardiamo sempre alla persona di Maria, Madre di Gesù, della Chiesa, di ciascuno di noi.
Oggi nell’affrontare con fiducia gli avvenimenti del terzo millennio, vogliamo vivere la stessa esperienza fondante del nostro Padre sotto lo sguardo, l’ispirazione e la protezione della Madre del Verbo Incarnato.

L’Immacolata domina nell’esperienza oratoriana.
Alcune coincidenze provvidenziali portarono poi Don Bosco ad attribuire a lei un’intercessione particolare negli inizi della sua opera: “Tutte le nostre grandi iniziative – dirà – hanno avuto inizio il giorno dell’Immacolata” (MB XVII, pag. 510).
Il paradigma era l’oratorio, 8 dicembre 1841.

L’immagine che rappresenta Maria col serpente sotto i piedi gli ricordava il trionfo della grazia sulle passioni umane e la vittoria della fede sull’empietà nella storia del mondo.
Don Bosco la rende vivacemente presente tra i ragazzi di Torino.
Maria Mazzarello tra le ragazze di Mornese.
La preoccupazione dominante era allora educare i giovani del proprio contesto.
Tutto lo sforzo veniva rivolto a dare loro dignità umana e ad aprirli alla fede.
Il ragazzo/a doveva prendere coscienza di sé e della vita di grazia.
Si rendeva consapevole delle possibilità di vincere il male. 
L’educatore-educatrice avevano per lui una cura paterno-materna. È il momento in cui nasce e si plasma il Sistema preventivo.

Nell’ambiente oratoriano c’è un fatto evidente: Maria è sentita da educatori e giovani come una presenza viva, materna, potente.
Questa presenza così sentita lasciò il segno nella pedagogia dell’Oratorio.
La celebrazione della solennità dell’Immacolata, con la relativa preparazione spirituale, divenne centrale (cf MB VII, pag. 334).
E continua ad esserlo ancora ai nostri giorni, dove esistono oratori-centri giovanili.

Nell’oratorio poi nacque la Compagnia dell’Immacolata, che corrisponde a quello che oggi chiamiamo il gruppo di giovani animatori.
Fu il seme e la prova della futura congregazione salesiana. 
Nove su sedici membri della congregazione salesiana, che il 18 dicembre 1859 si radunarono con Don Bosco, erano membri della Compagnia dell’Immacolata (cf MB VI, 335).
In questa atmosfera mariana maturarono i temi più importanti dell’educazione dei giovani: la grazia, la purezza, la familiarità col soprannaturale, l’amore a Gesù, mentre per i salesiani e le salesiane si configurò il Sistema preventivo, come assistenza materna e cammino verso la santità, con una esigenza di generosa donazione a Dio e ai giovani.
Il frutto di questo ambiente è Domenico Savio.

Si sviluppò anche un insieme di intuizioni sul valore pedagogico della devozione a Maria. Dobbiamo contare sulla presenza materna e invisibile di Maria nel nostro lavoro.
Ella ama ciascuno, ma specialmente i giovani, perché li aiuta a crescere come ha fatto con Gesù. È una verità di fede cristiana, ma vissuta in una maniera non comune e trasferita all’esperienza educativa.

La presenza materna di Maria poi, sentita interiormente dai giovani, infonde in loro sicurezza e speranza per costruirsi come persone in un momento difficile e delicato della loro vita, a causa dell’instabilità, dello sviluppo corporale, della discussione della fede.
Maria Immacolata, come ideale di purezza, esercita un’attrazione sui giovani e dà loro il gusto e la voglia di impegnarsi in progetti nobili.

La pedagogia di Don Bosco ha una certa componente estetica.
Sin dall’inizio egli parlò della bellezza della virtù, della religione e della bruttezza del peccato.
“Al giovane assetato di luce, di innocenza, di bontà Don Bosco presenta Maria come un ideale di umanità, non inquinata dal peccato, come la concretizzazione dei suoi sogni più audaci.
Un ideale luminoso, non freddo né astratto, ma incarnato in una persona che lo ama intensamente perché è sua madre”(C. Colli, Patto della nostra alleanza con Dio, pag. 438). È l’aspetto psico-pedagogico.

Inoltre la devozione a Maria aiuta a familiarizzarsi con le realtà soprannaturali e a sentire Dio più vicino ed incarnato.
Lo si pensa in rapporto con una donna che viene presentata sempre come Madre e come Aiuto nostro.
È lo stimolo spirituale.
La catechesi oratoriana tendeva dunque a far accogliere ed interiorizzare questa immagine fino a farla penetrare nella vita dei giovani come una garanzia per la perseveranza futura.
A questo tendevano tridui, novene, fioretti, addobbi, pellegrinaggi, gite a luoghi mariani. 
La tappa “oratoriana” per Don Bosco si estende fino all’organizzazione di Valdocco; per Madre Mazzarello a tutto il tempo delle Figlie dell’Immacolata fino alla fondazione dell’Istituto di vita consacrata.

Cresce poi la contemplazione dell’Ausiliatrice, con la visione universale della Chiesa e la concezione delle opere che ne costituiscono anche una esperienza definitiva.


La costruzione del tempio va al di là di un lavoro tecnico, di una sola preoccupazione, di piani e finanziamenti.
Rappresenta per Don Bosco un’esperienza spirituale e una maturazione della sua mentalità pastorale.
Don Bosco si trova attorno ai 45-50 anni, gli anni della sua maturità sacerdotale e della sua assodata proiezione sociale, con alcune opere già organizzate e altre appena iniziate. Alla fine della costruzione qualche cosa si è trasformato in Lui.
Per quali ragioni?

In primo luogo perché la realizzazione supera l’idea iniziale: da una chiesa per la sua casa, il suo quartiere e la sua congregazione, si sta profilando l’idea di una basilica, meta di pellegrinaggi, centro di culto e punto di riferimento per una famiglia spirituale. La realtà gli è cresciuta tra le mani.

I problemi economici poi si sono risolti con grazie e miracoli che stimolarono una generosità non calcolata del popolo.
Tutto ciò radicò in Don Bosco la convinzione che “Maria si era edificata la sua casa”, “che ogni mattone corrispondeva a una grazia” (cf MB IX, pag. 247; XVIII, pag. 338).
Affermò un sacerdote di quel tempo, il teologo Margotti: “Dicono che Don Bosco fa miracoli. Io non ci credo. Ma qui ne ebbe luogo uno che non posso negare: è questo sontuoso tempio che costa un milione e che è stato costruito in soli tre anni con le offerte dei fedeli” (Processo ordinario, I. pag. 511ss; La Madonna dei tempi difficili, pag. 118).

La costruzione coincide ed è seguita dalla fondazione dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Esse rappresentano l’allargamento del carisma al mondo femminile, col conseguente arricchimento; così come un’altra fondazione, l’Arciconfratenita di Maria Ausiliatrice è, insieme ai Cooperatori, l’estensione verso il mondo laico.

Se l’esperienza dell’oratorio aveva dato come risultato positivo la prassi pedagogica, l’opera del santuario fece emergere nel lavoro salesiano una visione di Chiesa, come popolo di Dio sparso su tutta la terra, in lotta contro le potenze del male: una prospettiva che presenterà in un’altra forma il sogno delle due colonne (1862), raffigurato oggi in un dipinto sulla parete di fondo del santuario.
Forgiò uno stile pastorale fatto di audacia e fiducia: saper cominciare con poco, osare molto quando si tratta del bene, andare avanti affidandosi al Signore. Scolpì una convinzione nel cuore della congregazione: “Propagate la devozione a Maria Ausiliatrice e vedrete che cosa sono i miracoli”... in tutti i campi, economici, sociali, pastorali, educativi.

Con la fondazione dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Don Bosco e, dopo di lui, i suoi successori e le superiore, parlarono di “un tempio vivo e spirituale”, di un “monumento di gratitudine” a Maria Ausiliatrice.

È interessante vedere cosa intendevano. “È la denominazione di una congregazione educativa, catechista e missionaria” – ha detto Madre Angela Vespa (Circolare del 24-10-1965; cf C. Colli, ib., pag. 455-456) – la denominazione di un Istituto nel quale Maria deve rivivere nelle sue Figlie in modo che la facciano presente in tutto il mondo” (Don Rinaldi: cf E. Ceria, Vita del servo di Dio..., pag. 294-295) e che ciascuna di loro sia una copia viva di Maria (Madre Luisa Vaschetti: Circolare del 24-4-1942; cf C. Colli, ibid. pag. 445).

Anche nel ramo femminile dunque il nome di Maria Ausiliatrice sottolinea il tratto apostolico, l’uscita dal villaggio e il servizio alla Chiesa e al mondo.
La fondazione delle congregazioni lasciò come risultato in Don Bosco il sentimento di essere strumento di un progetto ispirato e realizzato con una particolare mediazione di Maria: “La Madonna vuole che incominciamo una società... ci chiameremo salesiani”, dice il 26 gennaio 1854. Lo ribadirà spesso.
Come quando nel 1885, rivolgendosi ai salesiani radunati nel coro della Basilica di Maria Ausiliatrice, dopo aver descritto quello che era l’Oratorio quarantaquattro anni prima ed averne fatto il raffronto con il suo stato d’allora, sottolineò che “tutte le benedizioni piovuteci dal cielo per mezzo della Madonna fossero frutto di quella prima Ave Maria detta con fervore e con retta intenzione insieme con il giovinetto Bartolomeo Garelli là nella chiesa di s. Francesco d’Assisi” (MB XVII, pag. 510-511). 
O ancora di più, quando durante la Santa Messa nella chiesa del Sacro Cuore a Roma, interrotta quindici volte dal pianto, ripensava alla sua vicenda e ricordava le parole del primo sogno: “A suo tempo tutto comprenderai” (MB XVIII, pag. 341).

Madre Mazzarello d’altronde soleva ripetere che l’Istituto non è altro che la famiglia della Madonna, il “focolare” che Lei si è formato.
Che Lei è la superiora e ha una vicaria che ogni notte mette le chiavi della casa ai suoi piedi.

Si può dunque accettare il giudizio: “Don Bosco ha sperimentato in modo del tutto singolare l’intervento di Maria nella guida di tutta la sua vita e nella realizzazione della sua opera.

Al tramonto della sua esistenza terrena,
dopo l’ennesimo intervento della Madre celeste,
Don Bosco condensa in questa espressione
la convinzione che ha maturato
durante tutto il corso della sua vita:


Finora abbiamo camminato nel certo. 

Non possiamo errare.

È Maria che ci guida” .