DUE TITOLI UNA SINTESI (prima parte)
(Juan E. Vecchi, "Spiritualità Salesiana", pp.223-226, Elledicì, 2001)
"Le due immagini che più ricorrono e che diedero la fisionomia alla nostra Madonna sono senza paragone Immacolata e Ausiliatrice.
Infatti l'esperienza spirituale e apostolica di don Bosco ha come tre tappe.
1. L'esperienza oratoriana
In questo ambiente c'è un fatto evidente: Maria è sentita da educatori e giovani come una presenza viva, materna, potente.
I titoli che le si danno è cosa di seconda importanza.
Ma è vero che nel periodo oratoriano domina su tutto la figura dell'Immacolata.
La preferenza di don Bosco per questa immagine proviene dal suo periodo giovanile.
A Chieri l'Immacolata era onorata: la cappella del seminario, dove egli aveva studiato, aveva sull'altare maggiore una immagine dell'Immacolata, davanti alla quale pregava tutti i giorni.
Il culto all'Immacolato Cuore di Maria, dalla Francia si era diffuso in Piemonte.
Si rafforzerà con la dichiarazione del dogma dell'Immacolata Concezione nel 1854 e con le apparizioni di Lourdes nel 1858.
Alcune coincidenze provvidenziali portarono poi don Bosco ad attribuire all'Immacolata un'intercessione particolare negli inizi della sua opera:
- Tutte le nostre grandi iniziative hanno avuto inizio il giorno dell'Immacolata.
Il modello era l'oratorio, 8 dicembre 1841.
L'immagine inoltre rappresenta Maria come vincitrice del male, col serpente sotto i piedi.
Ciò gli ricordava il trionfo della grazia sulle passioni della persona e la vittoria della fede sull'empietà e l'eresia nella storia del mondo.
Nell'oratorio poi nacque la Compagnia dell'Immacolata, che corrisponde a quello che oggi chiamiamo il gruppo di giovani collaboratori.
Fu il seme e la prova della futura congregazione salesiana.
Nove su sedici membri della congregazione salesiana che il 18 dicembre 1869 si radunarono con don Bosco e don Alasonatti (18 in totale erano membri della Compagnia dell'Immacolata.
In questa atmosfera mariana maturarono i temi più importanti dell'educazione dei giovani: la grazia, la purezza, la familiarità col soprannaturale, l'amore a Gesù.
Si sviluppò anche un insieme di intuizioni sul valore pedagogico della devozione a Maria.
Dobbiamo contare sulla presenza materna e invisibile di Maria nel nostro lavoro.
Ella ama ciascuno, ma specialmente i giovani perché aiuta loro a crescere come ha fatto con Gesù.
E' una verità di fede cristiana, ma vissuta in una maniera non comune e trasferita all'esperienza educativa.
La presenza materna di Maria, sentita interiormente dai giovani, infonde in loro sicurezza e speranze per costruirsi come persone in un momento difficile e delicato della loro vita, a causa dell'instabilità, dello sviluppo corporale, della discussione della fede.
Maria Immacolata come ideale di purezza esercita un'attrazione sui giovani e dà loro il gusto e lavoglia di impegnarsi in progetti nobili.
La pedagogia di don Bosco ha una certa componente estetica.
Sin dall'inizio egli parlò della bellezza della virtù, della religione e della bruttezza del peccato.
Inoltre la devozione Maria aiuta a familiarizzarsi con le realtà soprannaturali e a sentire Dio un po' più vicino ed incarnato.
Lo si pensa in rapporto con una donna che viene presentata sempre come Madre e come Aiuto nostro.
E' lo stimolo spirituale.
La catechesi oratoriana tendeva dunque a far accogliere e interiorizzare questa immagine fino a penetrare nella vita dei giovani come una garanzia per la perseveranza futura.
A questo tendevano tridui, novene, fioretti, addobi, pellegrinaggi, gite a luoghi mariani.
La tappa oratoriana per don Bosco si estende fino all'organizzazione di Valdocco".
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