Dalla presentazione di Don Pierlugi Cameroni al libro di don Bosco "Meraviglie della Madre di Dio invocata sotto il titolo di Maria Ausiliatrice":
"Il 27 aprile 1865 era stata posta la pietra angolare della chiesa-santuario di Maria Ausiliatrice in Torino-Valdocco, destinata a diventare un centro di religiosità popolare ed ecclesiastica e fulcro dell'opera salesiana nel mondo e che verrà consacrata solo dopo 3 anni, il 9 giugno 1868.
Il progresso straordinario nella costruzione dell'edificio sacro è frutto sia dell'insonne elemosinare di don Bosco, e soprattutto delle numerose grazie ottenute per intercessione della Madonna invocata sotto il titolo di Ausiliatrice, di cui don Bosco stesso si faceva garante e fiduciario.
La costruzione del tempio va al di là di un lavoro tecnico, di una sola preoccuazione, di piani e finanziamenti.
Rappresenta per don Bosco un'esperienza spirituale e una maturazione della sua mentalità pastorale.
Don Bosco si trova attorno ai 45-50 anni, gli anni della sua maturità sacerdotale e della sua assodata proiezione sociale, con alcune opere già organizzate e altre appena iniziate.
Alla fine della costruzione qualche cosa si è trasformato in lui.
Per quali ragioni?
In primi luogo perché la realizzazione superava l'idea iniziale: da una chiesa per la sua casa, il suo quartiere e la sua congregazione, si sta profilando l'idea di una basilica, meta di pellegrinaggi, centro di culto e punto di riferimento per una famiglia spirituale.
La realtà gli era cresciuta tra le mani.
I problemi economici poi si erano risolti con grazie e miracoli che stimolavano una generosità non calcolata del popolo.
Tutto ciò radico in don Bosco la convinzione che ogni mattone corrispondeva a una grazia.
Affermò un sacerdote di quel tempo, il teologo Margotti: Dicono che don Bosco fa miracoli. Io non ci credo.
Ma qui ne ebbe luogo uno che non posso negare: è questo sontuoso tempio che costa un milione e che è stato costruito in soli tre anni con le offerte dei fedeli.
La costruzione fu seguita dalla fondazione dell'Associazione de' divoti di Maria Ausiliatrice (1869), che, insieme ai Cooperatori (1876), rappresentava l'estensione verso il mondo laico e popolare.
Forgiò uno stile pastorale fatto di audacia e fiducia: saper cominciare con poco, osare molto quando si tratta del bene, andare avanti affidandosi al Sgnore.
Scolpì una convinzione nel cuore della congregazione della Famiglia Salesiana: Propagate la devozione a Maria Ausiliatrice e vedrete che cosa sono i miracoli.
L'idea che don Bosco fa emergere dalla sua stessa esperienza è la logica del Magnificat, cioè della gioia e della fecondità della fede: la Basilica di Maria Ausiliatrice non è stata edificata trovando appoggio sull'iniziativa e le risorse degli uomini, specie i più ricchi e potenti, ma solo sulla piena confidenza nella Provvidenza di Dio e nell'intervento di Maria.
Insomma, un tempio fatto tutto di grazie e di gratitudine"!
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