11 maggio 2014

PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE DI DON PASCUAL CHAVEZ


Don Chavez, IX successore di don Bosco, al V° congresso di Maria Ausiliatrice


O Maria Ausiliatrice,
Tu, immersa nel mare di luce della Trinità
ed assisa sopra un trono di nubi,
Tu, coronata di stelle come Regina del cielo e della terra,
Tu, sostieni il Bambino, il Figlio di Dio,
che con le braccia aperte
offre le sue grazie a chi viene a te.

Tu, circondata come da una corona umana
da Pietro, da Paolo, dagli Apostoli e dagli Evangelisti,
che ti proclamano loro Regina.

Tu, unisci il cielo e la terra,
Tu, Madre della Chiesa che già sta nella gloria celeste
e della Chiesa pellegrina nel mondo,
rendici costruttori instancabili del Regno,
riempici della passione del "Da mihi animas" ,
rendici segni dell'amore di Dio per i piccoli e i poveri,
proteggici dal nemico
e nell'ora della morte guidaci alla gloria eterna.

Amen


Pasqual Chavez, V Congresso di Maria Ausiliatrice
Città del Messico, agosto 2007

8 maggio 2014

L'AUSILIATRICE E LA CONCRETEZZA DELLA FEDE- seconda parte - un testo di don Roberto Carelli -


- L'AUSILIATRICE E LA CONCRETEZZA DELLA FEDE -

(seconda parte)

 di don Roberto Carelli

"Da queste considerazioni, si può comprendere la sincera devozione che Don Bosco nutriva per l'Ausiliatrice.
Già in termini generali, la Madonna, come Madre di Dio e Madre della Chiesa, è richiamo alla concretezza di Dio e alla spiritualità dell'uomo, a una religione che unifica il cuore e tiene unitp il popolo.
Ma più in particolare, Don Bosco vedeva l'efficacia dell'Ausiliatrice nel fatto che Maria è la creatura più contemplativa, perché è la più immersa nelle cose del Cielo, e al tempo stesso è la più attiva, perché matenarmente premurosa nelle cose della terra.
L'Ausiliatrice era per don Bosco la Madre che ama indistintamente tutti i suoi figli, ma si prende poi distintamente cura di ciascuno di essi, uno ad uno.
Proprio questa doppia appartenenza di Maria al Cielo e alla terra è il motivo della concretezza dei suoi interventi e dell'efficacia delle invocazioni a Lei rivolte.

Che la devozione all'Ausiliatrice abbia una portata non solo personale, ma soprattutto ecclesiale, non solo devozionale, ma anche culturale, e che quindi non riguardi i singoli più di quanto non riguardi i popoli e i loro governanti, don Bosco lo esprime molto bene" e "riconosce l'Ausiliatrice come la Madonna che partecipa maternamente al governo di Dio sul mondo e protegge particolarmente i popoli e i fedeli cattolici.

Il tratto di concretezza con cui don Bosco parla di Maria emerge anche dal modo con cui trova il fondamento del titolo di Ausiliatrice nella Scrittura.
Anche in questo caso, il suo modo di argomentare risulta per noi sorprendente, perché ci appare ingenuamente mitologico, mentre in realtà è profondamente teologico.
Come Benedetto XVI" ha "pazientemente indicato a tutta la Chiesa e a tutti gli studiosi della Bibbia, l'esegesi storico-critica non è l'unico metodo per accostare le Scritture: vi è fin dai tempi dei Padri un'esegesi figurale che non è in alcun modo ingenua, ma al contrario molto penetrante, capace di puntare più direttamente ai significati vitali per i quali la Bibbia è stata scritta.

Ora, per don Bosco i titoli mariani sono l'emergenza storica e la presa di coscienza ecclesiale di alcuni aspetti della persona di Maria che esistono da sempre, e che per la loro importanza sono adombrati profeticamente già nell'Antico Testamento.
Don Bosco è molto fine nell'osservare che la prefigurazione profetica dei titoli mariani è l'indice della oro importanza, perché più un dono è grande, più Dio prepara i cuori a riceverlo, e dunque Maria era un bene troppo prezioso perché non venisse profetizzato.
In questo senso don Bosco non teme di affermare che l'Ausiliatrice, proprio come tale, fu salutata aiuto di cristiani fin dai primi tempi del cristianesimo".

5 maggio 2014

CONSACRAZIONE E SUPPLICA A MARIA AUSILIATRICE



Stendardo di Maria Ausiliatrice - Torino Valdocco


La scritta che campeggia all'interno della Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino "Hic Domus mea, inde gloria mea" ("Questa è la mia casa, di qui la mia gloria") - riprodotta anche in questo antico stendardo - potrebbe diventare il motto di ogni "casa" cristiana: essere la dimora in cui ogni buon discepolo di Cristo prende con sè Maria Santissima, per darle gloria onorandola, pregandola, imitandola e diffondendone il culto.
Dare gloria a Maria è dare gloria al Dio Uno e Trino, Suo Creatore, che ne è Padre, Sposo e Figlio!

Vi propongo una breve preghiera di consacrazione ed affidamento a Maria Ausiliatrice delle case e delle persone che vi abitano, con la speranza che l'impegno di ciascuno di noi non consista soltanto nel recitare una formula, ma nel "donarci" veramente a Lei, per seguirne l'esempio quotidianamente, sentendola accanto come Madre e Aiuto dolcissimo.





Santissima Vergine Maria,
 da Dio costituita Ausiliatrice dei Cristiani, 
noi ti eleggiamo Signora e Padrona di questa casa.

Degnati, ti supplichiamo, 
di mostrare in essa il tuo potente aiuto.

Preservala da ogni danno: 
dal fuoco, dall'acqua, dai fulmini, dagli uragani, dai terremoti, 
dai ladri, dai cattivi, dalle incursioni, dalla guerra,
 e da tutte le altre calamità che tu sai.

Benedici, proteggi, difendi, custodisci
 come cosa tua 
le persone che vivono e viranno in essa:
 preservale da tutte le disgrazie e gli infortuni,
 ma soprattutto concedi loro 
l'importantissima grazia di evitare il peccato.

Maria, Aiuto dei Cristiani, 
prega per quanti abiteranno in questa casa 
che a te si è consacrata per sempre.

Così sia!

2 maggio 2014

L'AUSILIATRICE E LA CONCRETEZZA DELLA FEDE prima parte - un testo di don Roberto Carelli -


Non a torto, don Bosco definiva l'Ausiliatrice la Madonna dei tempi difficili: e come non trovare, in questo commento di don Roberto Carelli, quell'insieme di ingredienti che purtroppo sembrano non scadere mai nelle ricette della scristianizzazione della società umana!

Invochiamo Maria Ausiliatrice, affinché sia aiuto nelle "lotte e nelle necessità" cui oggi va incontro il mondo, cui da sempre va incontro il cristiano!


- L'AUSILIATRICE E LA CONCRETEZZA DELLA FEDE -

 di don Roberto Carelli





"Dietro a quel realismo soprannaturale, che faceva riconoscere" a don Bosco "l'efficace presenza di Gesù e di Maria nella sua vita e nella vita della Chiesa, nelle vicende delle persone e dei popoli, vi è una precisa lettura di fede, uno sguardo sulla storia nell'ottica di Dio.
Gli era già chiaro per istinto soprannaturale quello che oggi vediamo nei suoi effetti, e cioè il tentativo culturale di estromettere Dio dalla vita degli uomini.

Egli pensava e agiva da pastore, non da teologo, ma intuiva molto bene l'aspetto perverso del progetto moderno, cioè la pretesa di secolarizzare la religione e di divinizzare l'uomo.
Vedeva lucidamente come la vera minaccia nei confronti della fede non fosse tanto la negazione di Dio, e la squalifica della religione, ma la pretesa di confinare la fede in Dio nella coscienza soggettiva e di rendere la religione irrilevante nella coscienza civile.
In tale ottica Dio c'è, ma non c'entra, riguarda l'intimità dell'anima, non la vita pubblica; e la religione è ammessa come un fatto personale, ma non si legittima nello spazio civile.

Non a caso, la cultura laica del suo tempo si mostrava a particolarmente allergica a tutto ciò che di soprannaturale accade nella storia: ciò che essa non sopportava non era tanto l'idea di Dio, quanto la realtà di Dio; non la credenza in Dio, ma la sua presenza; non la razionalità di un Principio primo, ma la storicità dei suoi interventi, non il Logos inteso come modello ideale delle cose, ma proprio Gesù, cioè il Logos fatto carne.

In effetti, nella Scrittura si apprende che la figura dell'Anticristo è non tanto colui che nega l'esistenza di Dio, ma colui che non riconosce il mistero della sua Incarnazione: Molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l'anticristo! (2Gv 7)
Da qui tutta la serie di operazioni culturali tese a scristianizzare la società, operazioni solitamente diaboliche anche nel senso letterale del termine, ossia tese a dividere ciò che Dio tiene e vuole unito: separare Dio da Cristo, Cristo dalla Chiesa, la storia di Gesù dalla narrazione dei Vangeli, la fede del cuore dalla pratica dei Sacramenti, la religiosità dalla moralità, il piano dei principi dal piano dei fatti, e così via.

Don Bosco si accorgeva, e con lui le migliori intelligenze cattoliche dell'epoca, che il progetto secolaristico veniva concretamente realizzato mediante divaricazioni e capovolgimenti.
Più in concreto, l'eliminazione pratica di Dio veniva operata confondendo ciò che è oggettivo con l'empirico e ciò che è soggettivo con l'arbitrario: in questo modo la libertà venica separata dalla verità, e l'uomo perdeva ogni criterio di riferimento logico ed etico.
Progressivamente, il carattere autenticamente spirituale della religione e il carattere realistico della fede venivano sottilmente screditati.

Si comprende allora che quando Don Bosco raccomandava la Comunione e la Confessione frequenti, la partecipazione alle Processioni e la recita del Rosario, come anche l'impegno a diffondere la buona stampa, non vi era in lui alcunchè di bigotto.
Al contrario, vi era una precisa consapevolezza culturale e una precisa strategia pastorale: quella di contrastare l'evaporazione di Dio nel mondo delle idee e l'emarginazione del culto dalla sfera civile.

Per don Bosco la religione non è solo sentimento, ma anche appartenenza, non solo credenza soggettiva, ma verità assoluta.
Per lui la fede è vita di fede: una vita affidata, confidente, fiduciosa, una vita che non separa la fede e la carità, la devozione e l'operosità.

24 gennaio 2014

SAN FRANCESCO DI SALES,DON BOSCO, IL SACRO CUORE E MARIA. Due "salesiani", un solo Cuore, sola Madre!


Il 24 gennaio è una ricorrenza specialissima, per la Famiglia Salesiana: si festeggia infatti San Francesco di Sales -patrono e titolare della Congregazione Salesiana- e ricorre inoltre la memoria mensile di Maria Ausiliatrice -patrona dell'intera Famiglia Salesiana.

Il proprio della Liturgia delle Ore salesiane, presentando la figura di S.Francesco di Sales, così tratteggia il rapporto fra lui e don Bosco:

"Ispirato dalla sua carità apostolica e dalla dolcezza e pazienza evangelica, San Giovanni Bosco lo scelse come modello e protettore della sua missione fra i giovani" .


Carità apostolica, dolcezza e pazienza evangelica vengono attinte, nei due Santi, direttamente dal Cuore di Cristo, di cui entrambi furono devotissimi.
Non va dimenticato che da S.Francesco di Sales e dalla sua figlia spirituale Santa Giovanna di Chantal venne fondato l'ordine della Visitazione, quello in cui emise la professione religiosa Santa Margherita Maria Alacoque, la "depositaria" delle grandi rivelazioni del S.Cuore.


Collage in cui vengono presentati San Francesco di Sales e Madre Chantal come sono ritratti nei due medaglioni che si trovano sotto alla pala d'altare della Basilica del Sacro Cuore in Roma.
Al centro., lo stemma dell'Ordine della Visitazione 



San Francesco di Sales desiderò che al centro dello Stemma del nuovo ordine, campeggiasse un Cuore.
Così scriveva a Santa Giovanna di Chantal:

"Ho pensato, mia buona Madre, se ne siete d'accordo, di prendere come nostra arma un unico cuore trafitto da due frecce, racchiuso in una cornice di spine, un povero cuore che serve di piedistallo a una croce che la sormonterà e porterà scolpiti i due nomi di Gesù e Maria.

La nostra piccola Congregazione è davvero un'Opera del Cuore di Gesù e di Maria.
Il Salvatore morente ci ha generati con l'apertura del Suo Sacro Cuore ed è quindi giusto che il nostro cuore attraverso una assidua mortificazione resti sempre circondato dalla corona di spine che posò sulla testa del nostro Capo, finché l'amore lo tenne inchiodato al trono dei suoi dolori mortali".
 

Anche nello stemma della "Pia Società di S.Francesco di Sales" (la congregazione dei salesiani di don Bosco) compare un Cuore, a sottolineare che solo dalla sorgente che è il Cuore di Cristo è possibile attingere l'Amore di Dio da donare alle anime.
Stemma della Congregazione salesiana

Don Bosco sintetizzava in una sola espressione questa necessità di attingere la Carità dal Costato aperto di Cristo:

"Propagate questa devozione che tutte le racchiude: la devozione al Sacro Cuore di Gesù".

I due santi furono grandi imitatori delle virtù proprie del Sacro Cuore: la pazienza, la mitezza, la dolcezza, la carità:

  • instancabili lavoratori fino all'ultimo istante della vita, con il solo scopo di salvare le anime (S. Francesco di Sales morì giovane, in seguito ad un colpo apoplettico, dopo aver pradicato in moltissime località della Francia, aver scritto capolavori della letteratura cattolica, e fondato un nuovo ordine religioso; Don Bosco si spense, a detta dei medici interpellati, di una sola "non-malattia": la consumazione del fisico e delle energie per la mole immensa di lavoro. Entrambi vivevano così presi dalle fatiche apostoliche, dalle confessioni, dalle udienze, dal lavoro di diffusione e scrittura della buona stampa cattolica, che dell'uno e dell'altro si potrebbe dire la stessa cosa: trasformarono il loro continuo lavoro in preghiera);
  • umilissimi nonostante i grandi doni di cui Dio li aveva arricchiti (San Francesco di Sales scriveva alla figlia spirituale Giovanna di Chantal: "voglio che nelle vostre lettere non usiate più altro titolo di onore che quello di padre; è per me il più autentico, il più amabile, il più santo e il più glorioso"; e che dire del famoso episodio del ragazzo risuscitato a Firenze da don Bosco? Il  commento -umilissimo- del santo  fu:  "Forse non era morto")
     
  • su pazienza, dolcezza e carità....basterebbe una rapida carrellata delle avversità che i due santi dovettero affrontare nel corso delle loro attività, dei tipi non facili con cui ebbero a che fare... e di due frasi famose -l'una del Vescovo di Ginevra- e l'altro del Santo dei Becchi:
    • "Attira più mosche un goccio di miele, che un barile di aceto"   
    • -"Non basta che i giovani siano amati, è necessario che sappiano di essere amati".
Ma c'è un altro elemento che lega don Bosco e San Francesco di Sales: la devozione e l'amore sconfinato a Maria Santissima, la prima e vera discepola perfetta di Cristo.

Fotomontaggio dei quadri di S.Francesco di Sales e della Beata Vergine Ausiliatrice che si trovano presso la Basilica salesiana del S.Cuore- Roma
Se il tratto mariano è palesemente dominante in don Bosco (la devozione all'Ausiliatrice, il Tempio in suo onore costruito a Torino, il ruolo dell'Immacolata nell'oratorio), in realtà non è meno rilevante in colui che egli scelse come patrono della Sua Congregazione.

Don Bosco nutrì una tenerissima devozione mariana fin da piccolo: la sviluppò poi nella sua vita sacerdotale, la portò come centro e motore delle sue attività coi giovani.
Le diede un carattere "inconfondibile" per ogni salesiano, nella figura di Maria Ausiliatrice e la condensò e sviluppò in una declinazione "completamente femminile" fondando -assieme a Santa Maria Domenica Mazzarello- dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Anche in questo si può rintracciare un profondo parallelo con San Francesco di Sales: l'ordine della Visitazione, da lui fondato assieme a Santa Giovanna di Chantal, infatti:
"onora la Vergine María nel suo mistero della Visitazione". 
E S. Francesco di Sales si rivolgeva alle monache esortandole in tal modo:
"Poiché avete questa sovrana Vergine per madre, dovete fare grande attenzione ad imitarla".

Don Bosco e San Francesco di Sales non delineano una devozione mariana di sole "parole". 
Il Vescovo di Ginevra esortava a non far consistere l'amore a Maria in una semplice recita di rosari, ma nell'IMITAZIONE.
Don Bosco, nel fondare l'Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice e l'Istituto delle Fma, pose lo stesso "modello" alla base di queste opere -e più in generale della sua devozione all'Ausiliatrice.
Le pratiche di pietà non hanno senso da sole, devono sfociare nel seguire l'esempio di Colei che a Cana di Galilea ci dice: "Fate quello che" Gesù "vi dirà" (Gv 2, 5)

 C'è allora un ultimo tratto comune in don Bosco e San Francesco di Sales: la gioia.
Ceramente le sfumature in ognuno dei due sono differenti -per epoche e contesti diversi, nonchè per gli opposti settori di apostolato- ma se all'oratorio "la santità consiste nello stare molto allegri", imitare Maria secondo le esortazioni del Vescovo Ginevrino, non è gioire come la Vergine del Magnificat?

Per comprendere la verità di questa affermazione, basterebbe riprendere in mano la Filotea -opera di S.Francesco di Sales- al capitolo  34: "QUANDO GIOCARE E DANZARE".
Se c'è vera devozione, il sano divertimento non intacca la devozione!

Avrebbe detto don Bosco, tre secoli più tardi: "si dia ampia libertà di saltare, correre,schiamazzare a piacimento".


BUONA FESTA A TUTTI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 

24 dicembre 2013

24 maggio: memoria mensile di Maria Ausiliatrice- omelia di d. Italo Spagnolo, sdb



23 maggio 2013
(Novena a M.Ausiliatrice)

Omelia di d. Italo SPAGNOLO, Ispettoria West Africa: Nigeria-Ghana


AFFIDIAMOCI A MARIA AUSILIATRICE



Carissimi fratelli e sorelle,

AFFIDIAMOCI A MARIA AUSILIATRICE!

Disponiamo i nostri cuori a fare o a rinnovare il nostro AFFIDAMENTO a Maria Ausiliatrice.



"Affidarsi" 
porta con sè
il significato di 
mettere totalmente 
la nostra fiducia 
in qualcuno.

"Buttarsi tra le braccia".
Fa parte dell'esperienza umana comune e universale l'atteggiamento del bambino che trova sicurezza e rifugio nel momento del pericolo, conforto nelle prime difficoltà della vita tra le braccia accoglienti della madre. 
Il rapporto vitale della gestazione si continua in questo meraviglioso rapporto esistenziale, importantissimo per una crescita serena. L'assenza della madre durante l'infanzia è all'origine di molte problematiche nell'età adulta. 
Durante la crescita l'amore si consolida, la figura materna cambia di ruolo, ma l'affetto, le relazioni non vengono meno, anzi...

Nell'ambito della fede si verifica un processo analogo.
Dice Gesù: "In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli".(Mt 18,3)

La cosidetta "infanzia spirituale" ripete nel cammino dello spirito il processo naturale nei confronti di quella Madre, che, diventata la Madre del Figlio di Dio da Lui stesso ci è stata donata al termine della vita, come suo ultimo grandissimo dono.
Sotto la croce, assistiamo ad un dialogo toccante tra Gesù, sua madre e Giovanni, nel quale Gesù dice a Maria: "Ecco tuo Figlio", e a Giovanni: "Ecco tua madre".
Queste parole di Gesù sono anzitutto un atto molto umano. 
Vediamo Gesù come vero uomo che fa un atto da uomo, un atto di amore per la madre e affida la madre al giovane Giovanni perché sia sicura. 
Una donna sola, in Oriente, in quel tempo, era in una situazione impossibile. 
Affida la mamma a questo giovane e al giovane dà la mamma; quindi Gesù realmente agisce da uomo con un sentimento profondamente umano.
Ma questo attua diverse dimensioni: non riguarda solo questo momento, ma concerne tutta la storia. 
In Giovanni Gesù affida tutti noi, tutta la Chiesa, tutti i discepoli futuri, alla Madre e la Madre a noi. 
E questo si è realizzato nel corso della storia: sempre più l'umanità e i cristiani hanno capito che la madre di Gesù è la loro madre. 
E sempre più si sono "affidati" alla Madre: pensiamo ai grandi santuari, pensiamo alla devozione per Maria, dove sempre più la gente sente che "Maria è nostra Madre". 
Questa è la fede della Chiesa. 

Non possiamo essere cristiani da soli. 
La Madre è anche immagine della Chiesa, della Madre Chiesa, e affidandoci a Maria dobbiamo anche affidarci alla Chiesa, vivere la Chiesa, essere la Chiesa con Maria. 
I Papi - sia Pio XII, sia Paolo VI, sia Giovanni Paolo II - hanno fatto un grande atto di "affidamento" alla Madonna, a nome della Chiesa, di cui noi siamo parte viva. Adesso, in occasione della festa di Maria Ausiliatrice, è importante per noi, per ciascuno di noi, rinnovarlo, interiorizzarlo, lasciarci penetrare, realizzarlo in noi stessi. 

"Affidarsi a Maria" è trovare aiuto e protezione nei pericoli e nelle necessità della vita e della fede (cf. LG 66).
Proprio il titolo di "Ausiliatrice" esprime la consapevolezza che i credenti hanno nutrito fin dalle origini che Maria sia una madre molto tenera e molto energica. 
Fra le più antiche preghiere dedicate alla Vergine vi è il noto Sub tuum presidium (III secolo), che don Bosco faceva pregare comunemente, riferendola all'Ausiliatrice:"Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine, gloriosa e benedetta". 

L'Ausiliatrice è riconosciuta dalla Chiesa come la Madonna dei tempi difficili, i tempi in cui la Chiesa è attaccata come tale, in cui i cristiani sono perseguitati perché cristiani, perché parlano con franchezza di Dio, perché testimoniano che Gesù è il Signore, perché contestano le idee correnti diventando un segno di contraddizione.

Don Bosco aveva compreso già ai suoi tempi ciò che oggi vediamo con più chiarezza, e cioè che le forze del male, attraverso la diffusione di opinioni erronee e di pratiche irreligiose, soprattutto attraverso le dittature prima del razionalismo e ora del relativismo, stanno sferrando un attacco diretto e inedito alla Chiesa e ai capisaldi della fede. Tentano di sradicare il cristianesimo con una violenza devastatrice sul piano legislativo, educativo e del costume. 
E spesso, di fronte a questi attacchi, noi credenti ci troviamo indifesi, talvolta confusi e scoraggiati, impotenti.
Ci è chiesto di credere fermamente alla presenza e al soccorso dell'Ausiliatrice!...Di pregarla.
....Di pregarLa con fede, con piena fiducia, come è ben espresso nelle orazioni della liturgia dell'Ausiliatrice: "Dio, che in Maria, Madre del tuo Figlio, hai posto il segno della nostra difesa e del nostro aiuto, concedi al popolo cristiano di vivere sempre sotto la sua protezione e di godere di una pace indefettibile. 
Fa' o Signore che la tua Chiesa abbia sempre la forza di superare con la pazienza e vincere con l'amore tutte le prove interne ed esterne, perché possa svelare al mondo il mistero di Cristo".

Praticare l'AFFIDAMENTO 
significa imparare
la difficile arte di mettere 
sul cuore della Madonna 
tutto ciò che ci preoccupa e affligge.

Scrive un autore spirituale: "Coloro che si affidano a Maria non camminano da soli lungo le strade impervie della vita. 
La Madre ci accompagna tenendoci per mano. 
I nostri problemi, le nostre angosce, le nostre difficoltà e le nostre paure le appartengono. Purtroppo, pochi hanno questo atteggiamento di abbandono filiale e, anziché presentare alla Madre le proprie afflizioni, le trattengono, crogiolandosi fino alla disperazione. Affidiamo al suo cuore anche le preoccupazioni materiali del quotidiano, poiché la Madre di tutto si fa carico... 
Se ci si affida alla Madonna, lei ci aiuta a evitare le tentazioni, oppure ad affrontarle con risolutezza". 


Infine, l'Ausiliatrice ci aiuta ad affrontare cristianamente il momento decisivo della morte, dove il nostro bisogno di aiuto, conforto e protezione è più grande.

Non saranno state certamente inutili le tante Ave Maria da noi recitate nel santo rosario quotidiano: "Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e "nell'ora della nostra morte".

Con fede continuiamo a pregare la "Salve Regina": "Rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi e mostraci dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del tuo grembo, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria".

Maria, aiuto del Cristiani, 
prega per noi. 

Amen.


8 dicembre 2013

SOLENNITA' DELL'IMMACOLATA -il cerchio mariano-


La solennità dell'Immacolata rappresenta, per la Famiglia Salesiana, una data molto importante.
Non è soltanto la festa di Maria. E' anche...il compleanno dell'oratorio!

Nel 1841 don Bosco incontra il primo oratoriano: Bartolomeo Garelli, un ragazzo di 16 anni, orfano di padre e di madre, che si guadagna da vivere come muratore.
Intrufolatosi in sacrestia, il giovane viene "bistrattato" dal sacrestano; don Bosco invece lo difende, facendone un suo "amico".
E da questa amicizia nasce l'oratorio, che prende avvio con una AVE MARIA recitata assieme dal santo dei giovani e da questo ragazzo che non sa né leggere, né scrivere, ma sa fischiare!

Quadro che raffigura l'incontro di don Bosco con Bartolomeo Garelli
Torino, Sacrestia della Basilica di Maria Ausiliatrice

E' tradizione, nella Famiglia Salesiana, che proprio in memoria di quell'incontro, ogni anno, l'8 dicembre, a mezzogiorno, si reciti un'Ave Maria, radunandosi in cerchio. Da qui il nome di "cerchio mariano".
Ci si "unisce" fra i presenti, unendosi in preghiera alla Famiglia Salesiana di tutto il mondo.

A me piace pensare che domani, come ogni 8 dicembre, anche don Bosco, Garelli e tutti i salesiani che ci precedono in Paradiso, si uniscano in coro a lodare Maria Immacolata con una bella AVE MARIA!

Buona festa a tutti!