17 maggio 2014

NOVENA A MARIA AUSILIATRICE: terzo giorno . Maria, aiuto di San Giuseppe -




PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE


COMPOSTA DA DON BOSCO

O Maria, Vergine potente,
Tu grande illustre presidio della Chiesa;
Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani;
Tu terribile come esercito schierato a battaglia;


Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;
Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
difendici dal nemico e nell'ora della morte
accogli l'anima nostra in Paradiso!






TERZO GIORNO: "MARIA,  AIUTO DI SAN GIUSEPPE"


"Una vergine sposa di un uomo di nome Giuseppe della casa di Davide"
(Lc 1,27)

Eva condusse Adamo sulla strada della disobbedienza che anche lei aveva seguito; Maria condusse Giuseppe a Gesù sulla strada della perfetta adesione al volere di Dio, la stessa via che ella aveva deciso di percorrere.

C'è un "fiat" nella vita di Eva, come in quello di Maria, ed in entrambi i casi è un "sì" che finisce per trascinare nella stessa direzione anche gli uomini che Dio aveva messo loro accanto.
In tutto questo c'è sempre la libertà dei mariti, che liberamente accettano di seguire le proprie mogli.
E' però vero che la capacità di "trascinare", pur nel rispetto della libertà altrui, non è sempre orientata al bene.
Il fiat di Eva è quello sbagliato: è il sì alla "ribellione", al "di più" proibito, è un sì al tentatore e conduce al peccato;
il fiat di Maria è il sì al Creatore ed al Suo piano di salvezza e porta al Bene, alla Bellezza, alla Pienezza.

E' curioso  come la vita di Adamo e quella di Giuseppe stia, in un certo senso, in mano alle loro donne.
Adamo e Giuseppe hanno piena libertà di scelta: potevano opporsi a quanto stava accadendo alle loro consorti.
Adamo poteva dire di no alla seduzione del maligno operata sfruttando la disobbedienza di Eva, Giuseppe poteva rifiutare di accettare quel Figlio che era stato concepito in Maria, direttamente da Dio.
Entrambi accettano, ma mentre per Adamo questo significa la fine del Paradiso terrestre, per Giuseppe ciò è l'inizio del Paradiso in terra: la vita con Maria e con Gesù.

CONIUGE deriva, etimologicamente, da CONIUGE: CON e la radice JUG.
"Insieme, unire".
Tutto si riporta al "giogo", quello che lega i due sposi per la vita.
Da qui la grande responsabilità tanto per l'uomo quanto per la donna: l'unione tra i due fà sì che l'uno si fidi dell'altro e delle sue scelte...il loro legame diventa un traino, perché uno solo è il giogo che li lega.
Attenzione, quindi, a che l'uomo non trascini la donna verso la direzione sbagliata e viceversa.

Il vero "aiuto corrispondente" allo sposo è veramente Maria, che arricchita dei doni infiniti del Suo Creatore, spinge Giuseppe ad un'ascesa spirituale senza pari.
Maria è il modello della moglie "aiuto", "ausilio" del marito, sulla via interiore, ma anche nelle fatiche temporali del quotidiano.
Maria prende sul serio il casto legame sponsale che la unisce al suo Giuseppe: oggi diremmo, che le è stato fedele nella buona e nella cattiva sorte, in salute ed in malattia.
Perchè Maria ha condiviso con Giuseppe le calunnie che di certo la gente avrà proferito contro di loro al momento della gravidanza inattesa e avvenuta prima del tempo; poi ha vissuto con lui la sorte di emigranti, le peripezie dei viaggi in condizioni disagiate, le difficoltà economiche e - se volessimo dirla in termini moderni - le fatiche dell'essere genitori.
Penso a quando Gesù si smarrisce nel Tempio e per tre giorni Suo padre e Sua Madre Lo cercano con apprensione.
Non possono comprendere quello che accade, sperimentano il dolore di non riuscire a penetrare nella psicologia, nelle motivazioni di un figlio.
Provano il dolore della responsabilità genitoriale, forse si interrogano anche personalmente sul come abbiano assolto il loro compito.
Maria rimane accanto al suo sposo, con fedeltà.
Non recrimina, non incolpa, non abbandona.

"Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo"
 (Lc 2,48)

Maria proferisce la più bella dichiarazione d'amore che una moglie avrebbe potuto fare al marito, nel momento in cui la sofferenza acuta per il timore d'aver smarrito un figlio, avrebbe forse spinto una donna "ordinaria" ad incolpare lui- il capofamiglia, l'uomo di casa -
Maria rimane al suo posto: cede a Giuseppe l'ordine di priorità, esprime in un plurale verbale il sentimento comune, la responsabilità condivisa; quando forse lui percepiva intimamente un timore di colpa, la paura d'aver mancato...ecco che lei raccoglie le forze anche per lui e prende la parola.
Con una sola frase spazza via ogni dubbio di rimprovero allo sposo, ogni pretesa di un posto di primo ordine nell'educazione del figlio.
Lei, che pur era la più santa tra i due (nulla togliendo alla santità grandissima di San Giuseppe, il più santo dopo Maria), lei che era la Madre di Dio, rispetta il suo ruolo di moglie e di madre.

Maria Ausiliatrice è dunque modello di ogni moglie e di quel suo essere "aiuto corrispondente, simile" per il proprio sposo.
Maria è donna come ogni donna, conosce i pesi della vita familiare, conosce l'animo umano.
Maria, pienamente donna, ha vissuto fino in fondo il suo ruolo di "aiuto" del suo casto sposo, ha dimostrato il suo amore che soccorre, che aiuta, anche nelle situazioni più drammatiche.

Possa la Vergine illuminare tutte le spose e guidarle nell'essere, per i loro mariti, sante e santificatrici, donne capaci di sacrificio e di mutuo soccorso, consapevoli del loro grande ruolo di sostegno all'uomo nelle più o meno importanti sfide che la vita, giorno dopo giorno, presenta loro. 

 "In lei confida il cuore del marito
e non verrà a mancargli il profitto.
Gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita"

(Prv 31,11-12)

16 maggio 2014

NOVENA A MARIA AUSILIATRICE: secondo giorno - Maria, nuova Eva, aiuto del nuovo Adamo -





PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE

COMPOSTA DA DON BOSCO
O Maria, Vergine potente,
Tu grande illustre presidio della Chiesa;
Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani;
Tu terribile come esercito schierato a battaglia;


Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;
Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
difendici dal nemico e nell'ora della morte
accogli l'anima nostra in Paradiso!








SECONDO GIORNO: "MARIA,  NUOVA EVA AIUTO DEL NUOVO ADAMO"

"Ecco la serva del Signore"  
 (Lc 1,38)


"Diede alla luce il suo figlio primogenito. 
Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, 
perché per loro non c'era posto nell'albergo" 
(Lc 2,7)



"Stavano presso la croce di Gesù sua madre, 
la sorella di sua madre, 
Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala". 
(Gv 19,25)


La maternità è l'esperienza unica di una creatura che si trova ad essere "serva della vita": essere madre è cambiare la prospettiva delle cose, l'ordine delle priorità; è mettere al primo posto il bambino in arrivo, è dedicarsi completamente ad un altro, è assumersi una responsabilità che dura per tutta l'esistenza, senza limiti di età.
Perché si è madri per sempre, si è madri quando i figli sono neonati, quando diventano adolescenti e anche quando sono uomini maturi.
Si è madri quando i figli sono sani e quando la malattia li colpisce; si è madri quando si partorisce e quando - purtroppo - a volte un figlio muore, magari ancora nel fiore degli anni.

Essere madri è essere "aiuto" per il proprio figlio, in ogni circostanza, in ogni necessità, per ogni problema.
Questa capacità - quasi "dovere" d'amore di una madre di essere ausiliatrice di un figlio - la si vede in quel gesto meraviglioso che la natura stessa predispone: una madre ospita il feto nel proprio grembo, lo custodisce; poi , una volta partorito, nutre il neonato con il proprio latte e così via, in un crescendo di attenzioni che si tramutano dall'aiuto fisicamente tangibile al meno materiale compito di educare e far maturare la persona umana.
L'etimologia di MADRE rimanda a "misurare, ordinare": una madre è colei che valuta le qualità, le capacità, le potenzialità di un figlio e le ordina in uno sviluppo armonioso.
In quella funzione di AUSILIATRICE (come ieri l'etimologia della parola ci ha spiegato), la madre - aiuto del figlio - rafforza e potenzia ciò che è debole, soccorre con la sua forza ciò che manca.

Maria conosce bene quest'esperienza, quella di una maternità in cui ha dovuto offrire fin da subito "aiuto" ad un Bambino speciale, al Figlio di Dio!
L'aiuto dalle critiche della gente nel vedere una donna incinta prima del tempo, dai pericoli di un parto in un ambiente non confortevole, poi in una terra straniera; l'aiuto nel momento in cui comincia la missione pubblica di Gesù e mentre tutti Lo considerano un pazzo.
Lei, la Madre, continua a starGli accanto e a credere nella Sua missione.
Lei, la Madre, rimane con Lui anche sotto la Croce.
E' il momento in cui Gesù - come Figlio - sperimenta maggiormente la presenza della Madre come "aiuto": Lei non Lo lascia solo nel momento del dolore più intenso, in quello dell'umiliazione più profonda, dell'apparente abisso della sconfitta umana, in quello del silenzio della morte.
Lì la Madre è la forza che sorregge la forza di un Figlio che sperimenta la debolezza umana, quella del patire, quella dell'abbandono degli amici, la notte oscura in cui nemmeno il Padre Si fa sentire.

Gesù avrà accolto con gioia, giorno dopo giorno, la presenza dolce della Madre che Lo attendeva al ritorno dal lavoro, poi dalle fatiche apostoliche durante il lungo peregrinare Suo, dei discepoli e delle donne che Lo seguivano.
Così avrà accolto con immenso amore la presenza di Maria sul Calvario, quella presenza materna che, anche se non può cancellare il dolore, riesce però a renderlo un dolore condiviso, abbracciato per amore del Padre e degli uomini.
Così avrà accolto con gioia che il Suo Corpo martoriato venisse riconsegnato alla Madre, per essere ripulito e degnamente sepolto...per essere nuovamente "ordinato" e preparato per l'ultimo atto che gli uomini potevano compiere verso il corpo di Gesù.

Questa funzione di ausilio, Maria continua a svolgerla anche adesso: Maria è l'acquedotto della grazia, secondo l'insegnamento dei santi.
Lei che è Regina del Cielo continua a regnare con Cristo, ed in quanto sovrana è colei che condivide i progetti del Figlio, e si adopera affinché si realizzino in noi.
Gesù le ha dato il potere di "ordinare" come buona Madre, la vita e l'animo dei suoi figli, di soccorrerli con la sua potenza.
Lasciamoci amare da questa Madre e come i figli della donna virtuosa descritti nel libro dei Proverbi, lodiamola senza fine!



"Sorgono i suoi figli e ne esaltano le doti.

Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani e le sue opere la lodino alle porte della città".

(Prv 31, 28;31)

15 maggio 2014

NOVENA A MARIA AUSILIATRICE: primo giorno - Maria, l'Aiuto che ci è "simile" -


 
La novena a Maria Ausiliatrice (che trovate anche sull'altro mio blog "chiamatiallasperanza") sarà completamentamente centrata sul tema dell' "aiuto": Maria è quell' "aiuto simile" a noi, che Dio ci ha donato, affinché Ella - umana come noi - sia per noi "Ausiliatrice" in tutte le declinazioni pratiche e spirituali del termine.
La Sacra Scrittura ci dà un'idea di questo ruolo: Madre di Gesù, Maria è per Lui la tenerezza premurosa che aiuta la Vita a venire al mondo e La custodisce; Sposa di Giuseppe, è per lui l'aiuto di una moglie santa e sempre presente, nelle gioie e nei dolori; ai piedi della Croce, Maria diventa l'Ausiliatrice di Giovanni, il discepolo (in cui tutti siamo raffigurati) che il Figlio le affida come nuova progenie.
Ma Maria è anche "Aiusiliatrice" della Chiesa intera: da quella ancora in nuce dei discepoli seguaci di Cristo, a quella nascente che si riunisce a Pentecoste, quando Egli invia lo Spirito Santo promesso ai Suoi; Maria è Aiuto della Chiesa militante, purgante e trionfante, poiché è Regina del Cielo e della Terra.

Non si può dimenticare che la parola "AUSILIO" deriva, etimologicamente da AUGERE (rafforzare, aumentare) e la cui radice "AUG" significa "forte, potente".
Maria è l'aiuto che rafforza quanto in noi c'è di buono, aumenta le nostre deboli capacità, ci stimola a dare, fare di più; ci consente di agire al di là delle nostre sole forze umane, perché ci dona qualcosa delle sue stesse virtù.
Don Bosco, così tanto innamorato di Maria Ausiliatrice, ci aiuti dal Paradiso ad onorarla con quello stesso entusiasmo ed amore che ha sempre diffuso nella sua vita, affinché i nostri cuori e quelli degli altri, possano essere toccati e trascinati dal cuore di questa Santa Madre.
Buona novena a tutti!


PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE
COMPOSTA DA DON BOSCO
O Maria, Vergine potente,
Tu grande illustre presidio della Chiesa;
Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani;
Tu terribile come esercito schierato a battaglia;


Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;
Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
difendici dal nemico e nell'ora della morte
accogli l'anima nostra in Paradiso!





PRIMO GIORNO: "MARIA, L'AIUTO CHE CI E' SIMILE"

"Poi il Signore Dio disse: 
«Non è bene che l'uomo sia solo: 
gli voglio fare un aiuto che gli sia simile»". 
(Gn 2,18)

La lettura "simbolica" della Genesi, ci permette di vedere in Adamo la prefigurazione di Cristo - nuovo Adamo - ed in Eva quella di Maria, che sarà la nuova Eva.
Ma se in Cristo è rappresentata tutta l'umanità (umanità redenta dal Suo Sacrificio Salvifico!) allora in Maria, nuova Eva è visibile concretamente quell'aiuto "a noi simile" che Dio ci ha donato.
Maria è Ausiliatrice dei cristiani perché è l'aiuto a noi simile, (a noi corrispondente, come dice la traduzione CEI 2008 della Bibbia): umana come noi, di carne come noi, pellegrina nella fede come noi, soggetta - come ogni essere umano - alla sofferenza, alle difficoltà materiali e alle pene interiori; come noi creatura che ha dovuto lavorare, mangiare, dormire...seguire Gesù verso la non facile strada della Croce.
Lei è l'apristrada: la prima e perfetta discepola.
Già per questo è per noi "aiuto": simile a noi nella carne, riesce ad essere Madre di Misericordia perché conosce la debolezza umana, non nel peccato (da cui è sempre stata immune), ma in quella tendenza naturale alla fragilità, al sentire il dolore oltre misura, a cui la carne vorrebbe spingere, ma che in lei è sempre stata perfettamente trattenuta;
simile a noi nell'avanzare nella fede, sa come indicarci la strada giusta da seguire perché per prima ha peregrinato nella fede; 
simile a noi nell'umanità sa come accompagnarci nel cammino perché è perfetta ascoltatrice ed esecutrice della Parola di Dio anche tra le difficoltà.
Tuttavia, essere "della stessa pasta" ed aver percorso un cammino simile al nostro, non basterebbero a noi per vedere in Maria "l'aiuto simile" veramente potente. 
L'aiuto di Maria è "diverso" dagli altri perché Maria è Tutta Santa, Tutta Pura, la Redenta in anticipo e l'Assunta in Cielo: Dio ci fa contemplare in Lei la bellezza e la perfezione della santità.
Di quella santità a cui tutti, in misura inferiore rispetto a Lei, ma pur sempre alta, siamo chiamati.
Dio ci fa vedere in Maria ciò che "saremo" se la seguiremo come Madre che ci conduce al Figlio.
Dio ci dona, in Lei, la forza per sconfiggere gli assalti del nemico dell'anima.
Maria è aiuto veramente potente perché è Regina del Cielo e della Terra e come tale può soccorrerci in ogni necessità.
Don Bosco, nella sua preghiera, ha bene espresso  questi concetti, ricorrendo a parole molto forti, come "presidio" "potente" ,"esercito".
Don Bosco ha compreso che ogni "necessità" e ogni "strettezza" possono diventare, tra le mani del demonio un mezzo per farci cadere nel peccato, e per questo ci invita ad affidarci a Maria con coraggio, con fiducia, certi di essere nelle mani più sicure: quelle della Madre, quelle dell'Aiuto più forte che esista, il vincolo dell'Amore tra una Mamma ed i suoi figli!
Don Bosco ha tradotto in preghiera quello che la stessa etimologia della parola ci dice circa il ruolo dell'Ausiliatrice: essere l'aumento della nostra forza, il supplemento delle nostre capacità, essere la forte, la potente Madre che aumenta ciò che in noi è debole e fioco.


"Una donna forte chi potrà trovarla?
Ben superiore alle perle è il suo valore".


(Ptv 31,10)

11 maggio 2014

PREGHIERA A MARIA AUSILIATRICE DI DON PASCUAL CHAVEZ


Don Chavez, IX successore di don Bosco, al V° congresso di Maria Ausiliatrice


O Maria Ausiliatrice,
Tu, immersa nel mare di luce della Trinità
ed assisa sopra un trono di nubi,
Tu, coronata di stelle come Regina del cielo e della terra,
Tu, sostieni il Bambino, il Figlio di Dio,
che con le braccia aperte
offre le sue grazie a chi viene a te.

Tu, circondata come da una corona umana
da Pietro, da Paolo, dagli Apostoli e dagli Evangelisti,
che ti proclamano loro Regina.

Tu, unisci il cielo e la terra,
Tu, Madre della Chiesa che già sta nella gloria celeste
e della Chiesa pellegrina nel mondo,
rendici costruttori instancabili del Regno,
riempici della passione del "Da mihi animas" ,
rendici segni dell'amore di Dio per i piccoli e i poveri,
proteggici dal nemico
e nell'ora della morte guidaci alla gloria eterna.

Amen


Pasqual Chavez, V Congresso di Maria Ausiliatrice
Città del Messico, agosto 2007

8 maggio 2014

L'AUSILIATRICE E LA CONCRETEZZA DELLA FEDE- seconda parte - un testo di don Roberto Carelli -


- L'AUSILIATRICE E LA CONCRETEZZA DELLA FEDE -

(seconda parte)

 di don Roberto Carelli

"Da queste considerazioni, si può comprendere la sincera devozione che Don Bosco nutriva per l'Ausiliatrice.
Già in termini generali, la Madonna, come Madre di Dio e Madre della Chiesa, è richiamo alla concretezza di Dio e alla spiritualità dell'uomo, a una religione che unifica il cuore e tiene unitp il popolo.
Ma più in particolare, Don Bosco vedeva l'efficacia dell'Ausiliatrice nel fatto che Maria è la creatura più contemplativa, perché è la più immersa nelle cose del Cielo, e al tempo stesso è la più attiva, perché matenarmente premurosa nelle cose della terra.
L'Ausiliatrice era per don Bosco la Madre che ama indistintamente tutti i suoi figli, ma si prende poi distintamente cura di ciascuno di essi, uno ad uno.
Proprio questa doppia appartenenza di Maria al Cielo e alla terra è il motivo della concretezza dei suoi interventi e dell'efficacia delle invocazioni a Lei rivolte.

Che la devozione all'Ausiliatrice abbia una portata non solo personale, ma soprattutto ecclesiale, non solo devozionale, ma anche culturale, e che quindi non riguardi i singoli più di quanto non riguardi i popoli e i loro governanti, don Bosco lo esprime molto bene" e "riconosce l'Ausiliatrice come la Madonna che partecipa maternamente al governo di Dio sul mondo e protegge particolarmente i popoli e i fedeli cattolici.

Il tratto di concretezza con cui don Bosco parla di Maria emerge anche dal modo con cui trova il fondamento del titolo di Ausiliatrice nella Scrittura.
Anche in questo caso, il suo modo di argomentare risulta per noi sorprendente, perché ci appare ingenuamente mitologico, mentre in realtà è profondamente teologico.
Come Benedetto XVI" ha "pazientemente indicato a tutta la Chiesa e a tutti gli studiosi della Bibbia, l'esegesi storico-critica non è l'unico metodo per accostare le Scritture: vi è fin dai tempi dei Padri un'esegesi figurale che non è in alcun modo ingenua, ma al contrario molto penetrante, capace di puntare più direttamente ai significati vitali per i quali la Bibbia è stata scritta.

Ora, per don Bosco i titoli mariani sono l'emergenza storica e la presa di coscienza ecclesiale di alcuni aspetti della persona di Maria che esistono da sempre, e che per la loro importanza sono adombrati profeticamente già nell'Antico Testamento.
Don Bosco è molto fine nell'osservare che la prefigurazione profetica dei titoli mariani è l'indice della oro importanza, perché più un dono è grande, più Dio prepara i cuori a riceverlo, e dunque Maria era un bene troppo prezioso perché non venisse profetizzato.
In questo senso don Bosco non teme di affermare che l'Ausiliatrice, proprio come tale, fu salutata aiuto di cristiani fin dai primi tempi del cristianesimo".

5 maggio 2014

CONSACRAZIONE E SUPPLICA A MARIA AUSILIATRICE



Stendardo di Maria Ausiliatrice - Torino Valdocco


La scritta che campeggia all'interno della Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino "Hic Domus mea, inde gloria mea" ("Questa è la mia casa, di qui la mia gloria") - riprodotta anche in questo antico stendardo - potrebbe diventare il motto di ogni "casa" cristiana: essere la dimora in cui ogni buon discepolo di Cristo prende con sè Maria Santissima, per darle gloria onorandola, pregandola, imitandola e diffondendone il culto.
Dare gloria a Maria è dare gloria al Dio Uno e Trino, Suo Creatore, che ne è Padre, Sposo e Figlio!

Vi propongo una breve preghiera di consacrazione ed affidamento a Maria Ausiliatrice delle case e delle persone che vi abitano, con la speranza che l'impegno di ciascuno di noi non consista soltanto nel recitare una formula, ma nel "donarci" veramente a Lei, per seguirne l'esempio quotidianamente, sentendola accanto come Madre e Aiuto dolcissimo.





Santissima Vergine Maria,
 da Dio costituita Ausiliatrice dei Cristiani, 
noi ti eleggiamo Signora e Padrona di questa casa.

Degnati, ti supplichiamo, 
di mostrare in essa il tuo potente aiuto.

Preservala da ogni danno: 
dal fuoco, dall'acqua, dai fulmini, dagli uragani, dai terremoti, 
dai ladri, dai cattivi, dalle incursioni, dalla guerra,
 e da tutte le altre calamità che tu sai.

Benedici, proteggi, difendi, custodisci
 come cosa tua 
le persone che vivono e viranno in essa:
 preservale da tutte le disgrazie e gli infortuni,
 ma soprattutto concedi loro 
l'importantissima grazia di evitare il peccato.

Maria, Aiuto dei Cristiani, 
prega per quanti abiteranno in questa casa 
che a te si è consacrata per sempre.

Così sia!

2 maggio 2014

L'AUSILIATRICE E LA CONCRETEZZA DELLA FEDE prima parte - un testo di don Roberto Carelli -


Non a torto, don Bosco definiva l'Ausiliatrice la Madonna dei tempi difficili: e come non trovare, in questo commento di don Roberto Carelli, quell'insieme di ingredienti che purtroppo sembrano non scadere mai nelle ricette della scristianizzazione della società umana!

Invochiamo Maria Ausiliatrice, affinché sia aiuto nelle "lotte e nelle necessità" cui oggi va incontro il mondo, cui da sempre va incontro il cristiano!


- L'AUSILIATRICE E LA CONCRETEZZA DELLA FEDE -

 di don Roberto Carelli





"Dietro a quel realismo soprannaturale, che faceva riconoscere" a don Bosco "l'efficace presenza di Gesù e di Maria nella sua vita e nella vita della Chiesa, nelle vicende delle persone e dei popoli, vi è una precisa lettura di fede, uno sguardo sulla storia nell'ottica di Dio.
Gli era già chiaro per istinto soprannaturale quello che oggi vediamo nei suoi effetti, e cioè il tentativo culturale di estromettere Dio dalla vita degli uomini.

Egli pensava e agiva da pastore, non da teologo, ma intuiva molto bene l'aspetto perverso del progetto moderno, cioè la pretesa di secolarizzare la religione e di divinizzare l'uomo.
Vedeva lucidamente come la vera minaccia nei confronti della fede non fosse tanto la negazione di Dio, e la squalifica della religione, ma la pretesa di confinare la fede in Dio nella coscienza soggettiva e di rendere la religione irrilevante nella coscienza civile.
In tale ottica Dio c'è, ma non c'entra, riguarda l'intimità dell'anima, non la vita pubblica; e la religione è ammessa come un fatto personale, ma non si legittima nello spazio civile.

Non a caso, la cultura laica del suo tempo si mostrava a particolarmente allergica a tutto ciò che di soprannaturale accade nella storia: ciò che essa non sopportava non era tanto l'idea di Dio, quanto la realtà di Dio; non la credenza in Dio, ma la sua presenza; non la razionalità di un Principio primo, ma la storicità dei suoi interventi, non il Logos inteso come modello ideale delle cose, ma proprio Gesù, cioè il Logos fatto carne.

In effetti, nella Scrittura si apprende che la figura dell'Anticristo è non tanto colui che nega l'esistenza di Dio, ma colui che non riconosce il mistero della sua Incarnazione: Molti sono i seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il seduttore e l'anticristo! (2Gv 7)
Da qui tutta la serie di operazioni culturali tese a scristianizzare la società, operazioni solitamente diaboliche anche nel senso letterale del termine, ossia tese a dividere ciò che Dio tiene e vuole unito: separare Dio da Cristo, Cristo dalla Chiesa, la storia di Gesù dalla narrazione dei Vangeli, la fede del cuore dalla pratica dei Sacramenti, la religiosità dalla moralità, il piano dei principi dal piano dei fatti, e così via.

Don Bosco si accorgeva, e con lui le migliori intelligenze cattoliche dell'epoca, che il progetto secolaristico veniva concretamente realizzato mediante divaricazioni e capovolgimenti.
Più in concreto, l'eliminazione pratica di Dio veniva operata confondendo ciò che è oggettivo con l'empirico e ciò che è soggettivo con l'arbitrario: in questo modo la libertà venica separata dalla verità, e l'uomo perdeva ogni criterio di riferimento logico ed etico.
Progressivamente, il carattere autenticamente spirituale della religione e il carattere realistico della fede venivano sottilmente screditati.

Si comprende allora che quando Don Bosco raccomandava la Comunione e la Confessione frequenti, la partecipazione alle Processioni e la recita del Rosario, come anche l'impegno a diffondere la buona stampa, non vi era in lui alcunchè di bigotto.
Al contrario, vi era una precisa consapevolezza culturale e una precisa strategia pastorale: quella di contrastare l'evaporazione di Dio nel mondo delle idee e l'emarginazione del culto dalla sfera civile.

Per don Bosco la religione non è solo sentimento, ma anche appartenenza, non solo credenza soggettiva, ma verità assoluta.
Per lui la fede è vita di fede: una vita affidata, confidente, fiduciosa, una vita che non separa la fede e la carità, la devozione e l'operosità.