16 febbraio 2013

DON BOSCO, SANTO MARIANO, SANTO INNAMORATO DI MARIA IMMACOLATA E AUSILIATRICE



Dal libro di Virgilio Noè, "Come l'hanno amata! Profili di Santi mariani" (edizioni Messaggero, Padova ):



1. «Tutte le benedizioni da quella prima Ave Maria»

Tutta la vita di don Bosco presenta una prospettiva mariana così singolare, da potervi leggere distintamente la presenza e l'influsso di Maria.

Sarà facile constatare che la presenza di Maria va dall'infanzia di Giovanni Bosco fino all'ultimo istante della sua vita, quando morendo, il 31 gennaio 1888, lasciava come suo testamento la raccomandazione: «Dite ai ragazzi che li aspetto tutti in paradiso.
Siano devoti dell'eucaristia e della Madonna...».

 Giovanni Bosco aveva imparato l'amore a Maria alla scuola della sua mamma, Margherita Occhiena.

La devozione della madre alla Madonna influì non poco sul figlio.
Margherita era piena di ricordi degli avvenimenti succedutisi nei primi anni del suo matrimonio (1812-1815).  
Pio VII di ritorno da Fontainebleau aveva sostato a Savona per incoronare la Madonna della Misericordia; Pio VII era stato a Torino il 19 maggio 1815 e aveva fatto l'ostensione della sacra Sindone. Giovanni Bosco sarebbe nato il 16 agosto successivo.
Maria e il Papa riempirono del loro amore il cuore della mamma e del figlio.

Nella sua vita don Bosco accentuerà quelle forme di devozione mariana, incontrate nei luoghi, in cui si era formato al sacerdozio, e dove svolse il suo ministero sacerdotale.
E così ha la devozione per la Madonna del Castello di Castelnuovo d'Asti, per la Madonna delle Grazie in Chieri, per la Consolata in Torino.
Diventato sacerdote nel 1841, le preferenze di don Bosco si portano sulla devozione all'Immacolata Concezione.
Sono gli anni in cui un forte movimento opera perché si arrivi alla definizione del dogma dell'Immacolata.

Inoltre, per una serie di coincidenze, alcuni fatti della vita e dell'apostolato di don Bosco sono legati al nome e alla celebrazione dell'Immacolata.

L'opera dell'oratorio ha il suo primo timido inizio l'8 dicembre 1841, festa dell'Immacolata Concezione, quando nella chiesa di S. Francesco d'Assisi in Torino, don Bosco si incontra nella sagrestia con Bartolomeo Garelli, e dopo la messa inizia ad insegnargli il catechismo.
L'introduzione a quell'apostolato fu un'Ave Maria, della cui efficacia don Bosco stesso dirà ai suoi salesiani, a distanza di quarantacinque anni:
«Tutte le benedizioni piovuteci dal cielo sono frutto di quella prima Ave Maria detta con fervore e con retta intenzione».
L'Immacolata è stata sempre per don Bosco la Madonna delle origini dell'oratorio, colei che ha favorito lo sviluppo dell'opera, e l'ideale sublime di purezza a cui educatori e giovani avrebbero dovuto ispirarsi.

Passati alcuni anni, si dovette constatare che non si era affievolito l'ideale, che don Bosco aveva visto attuato nella Immacolata.
All'inizio del 1856 nell'oratorio nasce la compagnia della Immacolata, il cui spirito era condensato in un articolo dello statuto, che suonava così: «Una sincera, filiale, illimitata fiducia in Maria, una tenerezza singolare verso di lei, una devozione costante ci renderanno superiori ad ogni ostacolo, tenaci nelle risoluzioni, rigidi verso noi stessi; amorevoli col prossimo ed esatti in tutto».
Il frutto più bello, maturato in questo ambiente, fu Domenico Savio, che andò in paradiso dopo soli nove mesi dall'inaugurazione della compagnia, e fu riconosciuto santo dalla Chiesa il 12 giugno 1954, nel corso del primo anno mariano.

La Madonna entrò ancora più profondamente nella vita di don Bosco, nello stesso anno 1856, quando mamma Margherita se ne andò in cielo.
Il posto di questa mamma nella vita di don Bosco non era stato piccolo. Pertanto il vuoto che don Bosco avvertì alla morte di lei non lo si poteva misurare.
Egli non poteva consolarsi né per sé, né per quei ragazzi dell'oratorio a cui mamma Margherita attendeva.






2. Maria «Auxilium Christianorum»


 Ma fra il 1858 e il 1863 c'è qualcosa di nuovo nella vita di don Bosco.

La devozione alla Vergine Immacolata diviene devozione verso l'Immacolata Ausiliatrice. L'abbinamento dei due titoli non era nuovo. 


Pio IX l'aveva fatto nella bolla Ineffabilis Deus di proclamazione del dogma della Immacolata. Vi qualificava Maria come «Rifugio sicurissimo e fedelissimo Aiuto di tutti i pericolanti, potentissima Mediatrice e Conciliatrice di tutto il mondo presso il suo Figlio e splendidissimo decoro e ornamento della santa Chiesa e fermissimo suo presidio.. ».


L'Immacolata diveniva l'Ausiliatrice di don Bosco e della sua opera, in seguito a un sogno da lui avuto nel maggio 1862 e che raccontò ai suoi ragazzi.

Aveva visto i nemici di Dio ingaggiare una lotta contro la Chiesa e il papa, sotto forma di una gigantesca battaglia navale.
La nave della Chiesa però viaggiava sicura fra le tempeste e i proiettili scagliati dalle navi nemiche, e riusciva a trovare salvezza presso due colonne, che si alzavano miracolosamente dal mare. La prima colonna era sormontata da una grande ostia, la seconda da una statua dell'Immacolata, con la scritta Auxilium christianorum.
Il sogno delle «due colonne» illuminava don Bosco sulla missione che l'Immacolata avrebbe compiuto a favore della Chiesa, quale aiuto del popolo cristiano, in tempi che avrebbero conosciuto le lotte alla religione cattolica e al papato.
In seguito a tutto questo, don Bosco insisterà sulla devozione a Maria Ausiliatrice, in cui onore inizia e completa, negli 1865-1870, la costruzione del santuario a Valdocco.
Sarà questo il titolo.
Negli ultimi vent'anni della sua vita egli amerà questo titolo di Maria in modo speciale, e lo vorrà invocato dai suoi come segno del suo attaccamento alla Chiesa romana e al papa e come mezzo di salvezza in un tempo in cui si voleva rubare la fede al cuore della gente.
Diceva don Bosco a don Giovanni Cagliero: «i tempi divengono talmente difficili che noi abbiamo un vero bisogno che Maria ci aiuti a conservare e a difendere la fede cristiana».
L'apostolato e la devozione di don Bosco verso Maria «Auxilium christianorum» fecero sì che presto si incominciasse a parlare dell'Ausiliatrice, come della Madonna di don Bosco.

Storicamente, l'invocazione esisteva già dal 1571.
Dopo che il pericolo dei turchi incombente sulla cristianità venne scongiurato a Lepanto, Pio V volle che ne fosse perpetuato il ricordo anche con l'invocazione Auxilium christianorum, inserita nelle litanie lauretane.
Pio VII istituì la festa nel 1815, a ricordo della sua liberazione dalla prigionia di Fontainebleau, e del suo ritorno a Roma il 24 maggio 1814.
Don Bosco fece leva sul sentimento diffuso da sempre in mezzo al popolo cristiano, ma affiorante specialmente al suo tempo: era più che mai necessario invocare l'aiuto potente di Maria contro gli avversari della Chiesa, che la colpivano nel capo e nelle membra.

Per tutto questo don Bosco ha propagato ovunque questa devozione, e l'ha affidata come eredità a tutti coloro, che avessero partecipato in qualsiasi maniera, alla sua famiglia.

Già nel 1867, volle che la giaculatoria Maria, Auxilium christianorum facesse parte delle preghiere da recitarsi prima e dopo lo studio e la scuola.
Due anni prima, nel 1865, aveva iniziato la costruzione della chiesa che doveva essere la reggia di Maria Ausiliatrice.
La vicenda della costruzione è una storia piena di fede, perché ogni pietra racconta di una misericordia, di un miracolo. Don Bosco stesso diceva molto semplicemente: «Non sono io l'autore di queste grandi cose. Il buon Dio e la Madonna hanno voluto servirsi di un povero prete per compiere tutto... Ogni pietra, ogni ornamento sono il segno di una delle sue grazie».

Oggi lo spazio architettonico della basilica di Maria Ausiliatrice è dominato dal quadro, che raffigura l'Ausiliatrice.
Don Bosco ne diede l'ispirazione al pittore Lorenzone.

Questo il contenuto del quadro: Maria occupa il centro della composizione.
In piedi su un trono costituito da nubi luminose, è incoronata di corona regale ed è circonfusa della luce dello Spirito Santo.
Su un braccio regge Gesù, motivo della sua potenza, mentre con l'altra mano protende verso i fedeli lo scettro, simbolo della stessa potenza. 
Angeli volano nella parte superiore del quadro, mentre apostoli e evangelisti, distribuiti nei primi piani del quadro, guardano alla loro Regina, le presentano i simboli che li contraddistinguono e ricordano, a chi sosta dinanzi all'immagine, che essi furono i primi ad avere Maria come Ausiliatrice nell'opera della loro formazione e del loro apostolato.
Il quadro del Lorenzone si completa nella parte inferiore con la raffigurazione della basilica torinese.
Collocata ai piedi di Maria essa fa quasi da trono alla sua maternità potente e misericordiosa e sta a dire il cuore di don Bosco, e a ripetere il suo monito di fiducia: «Maria vuoi aiutare e custodire tutto ciò che il suo divin Figlio ad essa ha affidato».

Il quadro ispirato da don Bosco è la sintesi della storia dell'Ausiliatrice, dai primi tempi della Chiesa a cento anni or sono.
Oggi l'immagine è divenuta il modello iconografico definitivo di Maria Ausiliatrice.


La Basilica di Maria Ausiliatrice fondata da Don Bosco a Torino-Valdocco



3. «Continu
o e mirabile è l'aiuto di Maria»


L'influsso della Vergine nella vita di don Bosco lo si vede particolarmente nelle congregazioni da lui fondate: dei salesiani e delle figlie di Maria Ausiliatrice.
Quando don Bosco ne parlava, diceva: «La Santissima Vergine è la fondatrice e lei sarà il sostegno delle nostre opere».  

Quanto alle Figlie, se è vero che don Bosco le voleva come monumento perpetuo di riconoscenza alla Madonna Ausiliatrice, non si sbagliò: il primo «grazie» concreto fu suor Maria Domenica Mazzarello, fondatrice delle Figlie e santa riconosciuta del paradiso.

In fondo, ciò che voleva don Bosco era che nella sua casa si respirasse devozione alla Madonna, come una essenziale componente della formazione, per coloro che avevano scelto di vivervi.

Maria doveva essere la guida di tutti.
A nove anni a lui era stata fatta in sogno una promessa: «Io ti darò la Maestra. Sotto la sua guida potrai diventare sapiente».
La Maestra c'era: si trattava di essere discepoli diligenti e volenterosi alla sua scuola.

Alla promessa che domina la vita di don Bosco, dai nove anni in poi, si deve collegare la raccomandazione - testamento che egli lasciava ai suoi fin dal settembre 1884: «La Santa Vergine continuerà a proteggerci... se noi continuiamo a avere fiducia in lei e a promuoverne il culto...».
Così don Bosco si è intonato con il programma mariano, che aveva caratterizzato il suo secolo. Lo ha vissuto con il fervore di un santo, lo ha irradiato con l'entusiasmo di un apostolo.

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