8 maggio 2014

L'AUSILIATRICE E LA CONCRETEZZA DELLA FEDE- seconda parte - un testo di don Roberto Carelli -


- L'AUSILIATRICE E LA CONCRETEZZA DELLA FEDE -

(seconda parte)

 di don Roberto Carelli

"Da queste considerazioni, si può comprendere la sincera devozione che Don Bosco nutriva per l'Ausiliatrice.
Già in termini generali, la Madonna, come Madre di Dio e Madre della Chiesa, è richiamo alla concretezza di Dio e alla spiritualità dell'uomo, a una religione che unifica il cuore e tiene unitp il popolo.
Ma più in particolare, Don Bosco vedeva l'efficacia dell'Ausiliatrice nel fatto che Maria è la creatura più contemplativa, perché è la più immersa nelle cose del Cielo, e al tempo stesso è la più attiva, perché matenarmente premurosa nelle cose della terra.
L'Ausiliatrice era per don Bosco la Madre che ama indistintamente tutti i suoi figli, ma si prende poi distintamente cura di ciascuno di essi, uno ad uno.
Proprio questa doppia appartenenza di Maria al Cielo e alla terra è il motivo della concretezza dei suoi interventi e dell'efficacia delle invocazioni a Lei rivolte.

Che la devozione all'Ausiliatrice abbia una portata non solo personale, ma soprattutto ecclesiale, non solo devozionale, ma anche culturale, e che quindi non riguardi i singoli più di quanto non riguardi i popoli e i loro governanti, don Bosco lo esprime molto bene" e "riconosce l'Ausiliatrice come la Madonna che partecipa maternamente al governo di Dio sul mondo e protegge particolarmente i popoli e i fedeli cattolici.

Il tratto di concretezza con cui don Bosco parla di Maria emerge anche dal modo con cui trova il fondamento del titolo di Ausiliatrice nella Scrittura.
Anche in questo caso, il suo modo di argomentare risulta per noi sorprendente, perché ci appare ingenuamente mitologico, mentre in realtà è profondamente teologico.
Come Benedetto XVI" ha "pazientemente indicato a tutta la Chiesa e a tutti gli studiosi della Bibbia, l'esegesi storico-critica non è l'unico metodo per accostare le Scritture: vi è fin dai tempi dei Padri un'esegesi figurale che non è in alcun modo ingenua, ma al contrario molto penetrante, capace di puntare più direttamente ai significati vitali per i quali la Bibbia è stata scritta.

Ora, per don Bosco i titoli mariani sono l'emergenza storica e la presa di coscienza ecclesiale di alcuni aspetti della persona di Maria che esistono da sempre, e che per la loro importanza sono adombrati profeticamente già nell'Antico Testamento.
Don Bosco è molto fine nell'osservare che la prefigurazione profetica dei titoli mariani è l'indice della oro importanza, perché più un dono è grande, più Dio prepara i cuori a riceverlo, e dunque Maria era un bene troppo prezioso perché non venisse profetizzato.
In questo senso don Bosco non teme di affermare che l'Ausiliatrice, proprio come tale, fu salutata aiuto di cristiani fin dai primi tempi del cristianesimo".

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